ORE 21.32 ESCLUSIVA CASERTACE. Il neo pentito Michele Barone fa tutti i nomi e i cognomi degli imprenditori esentati dal pizzo, in quanto soci di fatto del boss Michele Zagaria
Prime analisi sulle dichiarazioni del potente ras di Casapesenna
CASAPESENNA – Parte in quarta la collaborazione con la giustizia di Michele Barone, uno degli uomini più vicini e più fedeli al boss Michele Zagaria.
Barone fa, infatti, una ripartizione importante, tra gli imprenditori, certo non estranei all’ombrello attraverso cui il boss teneva sotto di sé l’intera economia di larga parte dell’agro aversano e di altri significativi centri della provincia di Caserta, ma a Michele Zagaria non potevano essere considerati organici. Questi qua, secondo Barone, pagavano il pizzo sugli appalti acquisiti.
Poi c’era la schiera degli imprenditori, di cui Michele Zagaria, sempre secondo il racconto del pentito, era socio di fatto. Socio, di riferimento, perchè era lui a comandare nelle loro imprese. E qui, Michele Barone fa nomi e cognomi: Antonio Fontana detto o Sindaco, socio di Francuccio a Benzina; Raffaele Capaldo, i fratelli Pino e Nando Fontana, il primo dei quali al 41 bis e contemporaneamente sotto processo in relazione all’operazione Medea; Luciano Licenza, da poco scarcerato dopo la condanna di primo grado. Oltre a Luciano Licenza, nel suo racconto, il collaboratore di giustizia cita anche il fratello di quest’ultimo, di cui, però, afferma di non conoscere il nome di battesimo. L’ultimo di questa prima schiera di soci di Michele Zagaria è Raffaele Cilindro.
Un discorso a parte merita, sempre nell’analisi delle dichiarazioni fatte da Michele Barone ai magistrati della Dda, tra cui spicca il nome del pm, Maurizio Giordano, che sta sostenendo la maggior parte del lavoro dibattimentale, quale rappresentante della pubblica accusa nel già citato processo Medea, l’altro imprenditore Antonio Piccolo, quello dell’edilizia, non quello del gas.
Barone racconta, che quando si recarono a chiedergli il pagamento del pizzo, Giovanni Garofalo avvertì lo stesso Barone e gli altri esattori del clan dei Casalesi, che Antonio Piccolo andava lasciato in pace, in quanto sua sorella “lavava i panni a Michele”.
Chi ha seguito le cento e più puntate dell’approfondimento sull’ordinanza Jambo, sa bene che esisteva una donna che badava alle necessità domestiche dello scapolo d’oro Michele Zagaria durante il periodo in cui questi si appoggiò proprio ai fratelli Garofalo per proteggere la propria latitanza.
Dunque, esiste un riscontro, di quello che Michele Barone dichiara.
G.G.
PUBBLICATO IL: 27 luglio 2016 ALLE ORE 21:36 fonte:www.casertace.net