AMDuemila 13 Settembre 2024
Il criminologo a Radio Euronews: “Depotenziare gli strumenti antimafia che hanno dimostrato di funzionare è un grave errore”
“Stiamo assistendo, da anni, alla rimessa in discussione della legislazione antimafia voluta da Pio La Torre e Giovanni Falcone. Si stanno indebolendo i pilastri portanti di quell’edificio, faticosamente costruito negli anni, contro le mafie (intercettazioni, collaboratori di giustizia, sistema delle confische). Non possiedo verità assolute; le mie sono semplici constatazioni, che hanno soltanto lo scopo di offrire spunti per una discussione e per un’azione ancora da attuare”. A spiegarlo, senza mezzi termini, è Vincenzo Musacchio, docente di strategie di lotta alla criminalità organizzata transnazionale, associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark (USA, New Jersey). Attraverso un intervento a Radio Euronews, poi ripreso e pubblicato da “Fai Informazione”, Musacchio ha ribadito come la mafia siciliana, pur non facendo più parlare di sé come in passato attraverso atti di estrema violenza, non sia affatto scomparsa, anzi. Col passare del tempo, è riuscita a mutare fino a cambiare pelle, riuscendo a introdursi in maniera silente in diversi ambiti, soprattutto politica, finanza ed economia. “Pochi giorni fa – ha sottolineato Musacchio – sono stati scarcerati venti boss a Palermo. I nuovi clan stanno cercando un nuovo assestamento per Cosa Nostra. La mafia siciliana ha necessità di essere coordinata, poiché in ballo ci sono affari – con ingenti guadagni – che riguardano le nuove sostanze stupefacenti. Si rende necessario riorganizzare la vecchia Cupola. Nino Spadaro, Stefano Fidanzati e Tommaso Lo Presti potrebbero già essere ritornati, a tutti gli effetti, operativi sul campo criminale”. Del resto, il silenzio che da tempo circonda il tema della mafia è preoccupante. Molte persone, non vedendo più il sangue scorrere per le strade, tendono a pensare che il problema sia ormai risolto. Nulla di più sbagliato: “La corruzione ha sostituito quasi totalmente la violenza. Il periodo stragista è finito. La nuova mafia – ha ribadito il noto criminologo – al contrario di quanto si possa pensare, è molto più forte e pericolosa di allora. Oggi la mafia non è più solo mafia. Servono, pertanto, nuovi strumenti e nuove strategie di lotta”. Musacchio critica il fatto che, negli ultimi anni, ci sia stata una tendenza a indebolire le leggi antimafia, specialmente quelle volute da figure storiche come Pio La Torre e Giovanni Falcone. “Depotenziare, in questo momento storico, gli strumenti antimafia che hanno dimostrato di funzionare, e che tuttora funzionano, significherà consegnare la vittoria completa alle nuove mafie”. Infatti, la direzione intrapresa è totalmente sbagliata. A dimostrarlo è anche la situazione in cui versano le procure in Calabria, molte delle quali sono ancora senza un procuratore. Proprio per questo motivo, durante il suo intervento a Radio Euronews, Vincenzo Musacchio ha lanciato un appello: “È giunta l’ora che l’Unione Europea faccia la sua parte, non può più restare a guardare senza agire”.
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