di Giuliano Foschini
Secondo le opposizioni il governatore ha rilasciato un’autorizzazione a Energia pulita anche dopo essere entrato in carica
26 Marzo 2025 alle 01:00
La Regione Molise ha rilasciato una nuova autorizzazione ambientale alla società accusata di aver corrotto il governatore, Francesco Roberti. Il Molisegate si è arricchito nelle ultime ore di una nuova storia, questa volta tutta politica seppur in qualche maniera legata all’inchiesta della procura di Campobasso che vede indagato il governatore, sua moglie e altre 52 persone. Tutto nasce – come segnalato dalle opposizioni – da una determina dirigenziale con cui la Regione il 13 dicembre scorso ha concesso alla società Energia pulita una nuova autorizzazione per la discarica di rifiuti speciali non pericolosi che gestisce a Termoli.
Una discarica che negli anni scorsi era passata dalle autorizzazioni di Comune e Provincia (allora guidati da Roberti) e che per l’autorizzazione definitiva doveva però avere il va libera dalla Regione. «Roberti è uno che di rifiuti se ne intende», diceva, intercettato, l’allora amministratore di fatto della società. Quando tra le altre cose immaginava un’espansione degli affari dell’azienda.
Nel richiedere la nuova autorizzazione ambientale, la Energia pulita, a marzo del 2023, aveva domandato «alcune modifiche sostanziali all’impianto già autorizzato», si legge negli atti. Modifiche che andavano appunto approvate dalla Regione. La vicenda ha avuto l’iter previsto dalla legge con tanto di conferenze di servizi e coinvolgimento di altri enti. E prima di Natale è arrivato l’ok definitivo. «Non ci sarebbe nulla da obiettare – spiega il capogruppo del M5S, Andrea Greco, che nelle prossime ore depositerà un’interrogazione – se non fosse che la società in questione è quella accusata dalla procura antimafia di Campobasso di aver corrotto l’attuale presidente della Regione. Lo stesso che ora rilascia quelle autorizzazioni». Perché, è vero, il via libera alla nuova discarica è arrivato da un dirigente ma gli iter fanno capo alla giunta.
«Questa storia pone un problema politico di opportunità», continuano i 5 Stelle. Segnalando come evidentemente Roberti avrà difficoltà a rispondere a un’interrogazione che, tra i quesiti, conterrà molte delle domande che dovrebbero fargli i magistrati. Peraltro l’autorizzazione in questione non è banale: tra le altre cose, la Energia pulita ha ottenuto di cambiare il layout dell’impianto. Una «modifica sostanziale» appunto. Di cui però Roberti giura di non sapere nulla. «È un iter che hanno svolto interamente gli uffici» dice a Repubblica il suo avvocato, Mariano Prencipe, segnalando come la questione della discarica non è oggetto di contestazione dell’indagine. Roberti ha chiesto di essere ascoltato: lo sarà nelle prossime settimane quando la procura dovrà decidere sul rinvio a giudizio.
Fonte:https://www.repubblica.it/politica/2025/03/26/news/molise_presidente_roberti_nuova_concessione_ditta_indagata-424086170/amp/