AMDuemila 19 Marzo 2025
Nel 1993 ci fu una importante tornata massonica in una casa vescovile di Santiago di Capo Verde: vennero cambiate le regole del gioco, la politica venne messa definitivamente da parte in favore di un sistema centrato sull’economia e l’alta finanza. Il ’93 fu l’anno delle stragi in continente che seguirono quelle avvenute in Sicilia; il crollo dei partiti storici sotto i colpi di Mani Pulite creò un vuoto che venne poi riempito da un nuovo modo di fare politica, più ‘imprenditoriale’, più legato ai grandi capitali. Sul podcast di ANTIMAFIADuemila si sono riprese alcune parole di Cosimo Virgilio – collaboratore di giustizia, ex imprenditore, ex doganalista, ex uomo di fiducia del boss Rocco Molè (elemento di spicco del clan Molè-Piromalli), ex massone, ex collaboratore del Sisde all’interno del Porto di Gioia Tauro etc… – il quale raccontò al procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo (durante un’udienza del processo ‘Ndrangheta stragista 15 febbraio 2019) la natura di questo Stato parallelo, tra logge deviate, affari sporchi e rapporti con la mafia, che solleva interrogativi inquietanti: chi muove davvero i fili del potere in Italia?
La storia di Cosimo Virgilio parte da lontano quando, da studente universitario a Messina viene inserito all’interno della massoneria tra la fine degli anni Ottanta ed i primi anni Novanta.
Scalando i ranghi come ‘libero muratore’ riesce a conoscere molti aspetti di questo sistema, compresi i punti più oscuri.
Uno di questi è stato chiamato da Virgilio come ‘Il Sistema Ugolini’: “E’ un sistema formato da persone molto potenti a livello internazionale, ricordo l’ambasciatore del Nicaragua ma anche l’ambasciatore Usa, altri cardinali eccellenti, ed altri personaggi. Questo sistema teneva una relazione con le mafie e si occupava di mettere al sicuro, con un sistema sofisticato di investimenti, immobiliari o finanziari, i soldi della criminalità organizzata, sia siciliana che calabrese. In cambio di questa opera di riciclaggio si otteneva il pacchetto di voti in base a chi il sistema decideva di appoggiare“.
E poi la parte ‘ombra’ della massoneria ufficiale, quella formata, secondo il collaboratore di giustizia da ‘sussurrati all’orecchi’ e ‘sagrati sulla spada’: “I primi – ha riferito il collaboratore – sono soggetti che non hanno cariche politiche e che non gradiscono essere pubblicamente indicati come massoni. I loro nomi li conosce solo il Serenissimo Gran Maestro così come riservati sono i nomi dei ‘Sacrati sulla spada’ che, pur essendo meritevoli della conoscenza, non fanno parte della loggia ufficiale perché contrastanti con la legge Anselmi. Chi ne fa parte? Iscritti alla vecchia P2, soggetti condannati penalmente, condannati per 416 bis, ‘ndranghetisti. Alcuni di questi soggetti mi sono stati rivelati dal Serenissimo“. Tra questi, ad esempio, vi era Luigi Sorridenti, nipote di Peppino Piromalli. Virgiglio ha raccontato anche che quest’ultimo, assieme al medico Franco Labate (a suo dire massone ‘Sacrato sulla spada’ ed indicato come un uomo di fiducia della famiglia Barbaro), si sarebbe anche recato nel 2005 a Villa Wanda da Licio Gelli per ricostruire il ‘vecchio potere’.
Un potere che, di fatto, non è mai morto; anzi è vivo e in piena salute.
Link video:https://youtu.be/
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