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  Mafie nel Lazio, i clan a Latina e Aprilia.SI PARLA  SOLO DI QUELLO CHE E’ STATO ACCERTATO !!!!!!!!!!………….E NON DI QUELLO CHE ANCORA C’E’  DA ACCERTARE!!!!

Il Caffè, n. 447 dal 10 al 16 maggio 2018

Mafie nel Lazio, i clan a Latina e Aprilia

Da Maietta alla famiglia Crupi, passando per le strane intimidazioni ai commercianti e alla “Gomorra dei rifiuti” : il quadro del 2017

di Augusta Calandrini

Il terzo rapporto delle mafie nel Lazio fa il punto anche sulla delicata situazione della criminalità in provincia di Latina. Il dossier, realizzato dall’osservatorio regionale per la legalità e la sicurezza, si riferisce al 2017 e analizza le varie inchieste e i vari “poteri” presenti sul territorio «per dare un segnale di continuità – scrive il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti nella prefazione – del lavoro fatto nella lotta e nel contrasto del fenomeno mafioso. Uno studio che consente di analizzare le dinamiche, gli interessi, le varie componenti che agiscono nella regione ed il grado di penetrazione degli affari delle mafie nei vari territorio». Nel territorio della provincia di Latina sono analizzati le indagini delle forze dell’ordine intorno alla figura di Pasquale Maietta, per la sua influenza sull’attività amministrativa derivante dalla carica da lui rivestita di parlamentare e «dagli stretti legami con soggetti appartenenti alla criminalità organizzata locale che operano a loro volta nelle locali società calcistiche dilettantistiche beneficiando di strutture sportive e del sostegno logistico Comune». Oltre a delineare la presenza del clan Di Silvio, la cui struttura criminale è stata confermata da numerose sentenze di primo, secondo grado e definitive viene definita anche la presenza della ‘ndrangheta. «Nel periodo preso in esame – si legge nel rapporto – va ricordato che è in avanzata fase dibattimentale il processo alla famiglia Crupi per reati connessi al narcotraffico aggravati da modalità mafiose. Nel maggio del 2017 il tribunale di Latina ha disposto il sequestro dei beni di Vincenzo e Rocco Crupi: beni mobili e immobili per un valore complessivo di 30 milioni di euro dislocati in 13 province». Diverso lo scenario di Aprilia, «di cui – disse il questore Giuseppe De Matteis davanti alla commissione antimafia nel maggio del 2016 – obiettivamente si sa poco per una serie di motivi. L’area di Aprilia e Cisterna è stata interessata da una forte speculazione edilizia, da un forte investimento di capitali di provenienza soprattutto illecita nel settore edilizio, con tutto quello che ne consegue, come cambi di destinazione d’uso, piani regolatori generali approvati in un certo modo e così via. Insiste in quest’area nord una serie di organizzazioni criminali riferibili essenzialmente alla ‘ndrangheta. Anche in questo caso si tratta di ‘ndrangheta di serie A». Secondo quanto si legge nel rapporto, le intimidazioni e gli attentati ai danni di amministratori locali e funzionari comunali rappresentano una costante e sembrano essere la normalità in questi anni ad Aprilia. Non da meno le intimidazioni a commercianti e imprenditori: il 18 settembre 2016 in via Vanucci ignoti hanno esploso diversi colpi di pistola; la notte tra il 19 e il 20 settembre 2016 ignoti hanno incendiato alcune autovetture parcheggiate nella stessa via; il 20 settembre 2016 è stato un furgone dell’emittente Radio Studio 93; il 26 marzo del 2017 è stata incendiata per la seconda volta un’agenzia immobiliare di via Matteotti. Attenzione, nel rapporto, viene data all’omicidio di Luca Palli e a una famiglia «collegata fin dagli anni ’80 con importanti organizzazioni criminali della ‘ndrangheta». Lo studio si sposta poi sulla criminalità ambientale nel Lazio, partendo dall’inchiesta che ha svelato ad Aprilia un vasto traffico di rifiuti, una vera e propria “Gomorra laziale”. «Qui si è svolta – si legge – la più importante inchiesta degli ultimi anni sullo smaltimento illegale di rifiuti nella regione. L’attività di indagine della Polizia Stradale di Aprilia ha portato il 16 luglio del 2017 ad eseguire numerosi arresti per associazione a delinquere finalizzata, appunto, al traffico di rifiuti. Una vera e propria “Gomorra dei rifiuti” in una ex discarica di Pozzolana, riconducibile al gruppo Piattella».