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Mafia Nigeriana, tratta di donne tra Roma e il Nord Italia: riti voodoo e stupri

Sei arresti in una rete che è stata smantellata dalle forze dell’ordine

di Emilio Orlando, 22 Marzo 2025 17:44

Dal cuore dell’Africa fino ai marciapiedi del Casilino a Roma e nell’hinterland della città di Brescia. Venivano rapite nei villaggi della Nigeria, del Niger e del Benin in sud Africa, per farle prostituire a Roma e nella città del Nord Italia. Per riavere le figlie indietro le loro famiglie, spesso poverissime, avrebbero dovuto pagare 30mila euro. Prima di partire per l’Europa, veniva praticato loro un rito voodoo da uno stregone chiamato ‘Native Doctor’ che praticava il rito tagliando alle giovani vittime le unghie, i capelli, i peli pubici e la biancheria intima. Durante il viaggio che prevedeva anche il passaggio in Libia, un autista del posto le violentava puntandole una pistola contro.

Una volta in Italia, la ‘madame’ o la ‘maitresse’ consegnava loro abiti e parrucche e le portava in strada per farle prostituire. Chi si rifiutava veniva chiusa in una camera da letto anche per due mesi. Sei degli appartenenti alla ‘confraternita mafiosa’ originaria della Nigeria, chiamata ‘Maphite’, sono stati arrestati, tra l’Italia e il nord Europa, dalla polizia del Servizio Centrale Operativo, della Sisco della questura Roma e Brescia e del Servizio per la Cooperazione di Polizia e il Reparto Prevenzione Crimine. Alla ricostruzione di alcuni legali tra i partecipanti all’associazione criminale hanno partecipato anche i carabinieri di Roma.

In carcere, secondo quanto apprende LaPresse, sono finiti Beauty Odunuga, considerata dagli inquirenti la ‘maitresse’ che insegnava alla giovani ragazze il ‘mestiere’ in strada, Edward Eberiri considerato uno dei boss dell’organizzazione, Michael Osimetha Peter, Friday Osakpolor Edegbe, Abdul Rahaman Abubakar e Darlington Idemudia.

Gli arresti sono stati disposti dal Gip del tribunale di Roma, Emanuela Attura, e sono stati richiesti dalla direzione distrettuale antimafia capitolina. Per tutti le accuse vanno dall’associazione per delinquere di tipo mafioso finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona, estorsione e procurato aborto. Le ragazze costrette a prostituirsi e che rimanevano incinte venivano costrette ad abortire con massicce dosi di medicinali e alcolici. “La maitresse si era accorta, che una delle ragazze era incinta” – “fece delle telefonate per ordinare il farmaco Cytotec e una sera, tornata a casa, aveva saputo che le avevano dato 20 pastiglie per farle interrompere la gravidanza. Dopo avere ingerito le prime 10 pasticche la ragazza si sentì male”, racconta una delle vittime. “Ciononostante la madame diede un altro pacchetto di Cytotec con il whisky e la ragazza si sentì molto male, tanto che non si riusciva più a muoversi e dopo la portarono a braccio presso una stazione di servizio nei pressi di casa, lasciandola lì per terra”.

Fonte:https://www.lapresse.it/cronaca/2025/03/22/tratta-di-donne-nella-mafia-nigeriana-tra-roma-e-il-nord-italia-riti-voodoo-e-stupri/