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Lettera al Capo dello Stato e ad altre autorità centrali sull’agguato di Ventotene ad Antonio Flocco, responsabile dell’Ass. Caponnetto

Latina 13 agosto 2008

 

Al Presidente della Repubblica

ROMA

 

Al Ministro dell’Interno

ROMA

 

Al Procuratore Nazionale Antimafia

                                                                                                                      ROMA

 

Al Prefetto di 

LATINA

Signor Presidente, 

 

 quello avvenuto oggi a Ventotene ai danni del responsabile sull’isola di questa Associazione si configura come un vero e proprio agguato. 

 

Erano 5-6 persone che aspettavano l’amico Antonio Flocco, dipendente delle Poste, mentre si recava a ritirare, per conto della sua Amministrazione, la corrispondenza dalla nave in arrivo da Formia. 

 

Le percosse subite e, ancor più, le minacce ricevute inducono a temere anche per il futuro per l’incolumità fisica sia della persona colpita che dei suoi familiari. 

 

L’amico Flocco era da tempo nel mirino di quanti mal sopportano le continue denunce di questa Associazione sulla situazione di illegalità esistente nell’isola di Ventotene. Un’isola sottoposta ad un vero e proprio sacco urbanistico da parte di soggetti, per lo più provenienti dalla Campania, senza che le autorità competenti, a cominciare dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza, abbiano fatto alcunché di serio per mettere fine ad una situazione diventata intollerabile. 

 

 Ora è necessario intervenire rapidamente e con interventi radicali per garantire, prima di tutto l’incolumità fisica dell’amico Antonio Flocco e di tutti i suoi amici e familiari e, poi, per verificare la funzionalità dei presidi locali preposti alla tutela della legalità e dell’ordine pubblico. 

 

Dopo l’agguato, i Carabinieri locali hanno provveduto ad individuare gli aggressori. Si tratterebbe di soggetti campani evidentemente chiamati da individui residenti sull’isola. 

 

 Questa Associazione chiede ufficialmente che, dopo l’identificazione degli autori e degli eventuali mandanti, le forze dell’ordine si adoperino per comprendere le “ragioni” per le quali questi soggetti si trovano sull’isola. 

 

 Questo fatto doloroso, che ha visto vittima un responsabile della scrivente Associazione, rappresenta un’ulteriore conferma della gravità esistente non solo a Ventotene ma in tutto il resto della provincia di Latina. 

 

Una provincia che, a causa anche delle gravissime carenze ed omissioni istituzionali, si trova ad essere sempre più preda della criminalità organizzata. 

 

 Da anni questa Associazione si trova ad affrontare, nell’indifferenza di coloro che dovrebbero intervenire e non intervengono (anzi, negano l’esistenza del fenomeno mafioso!!!… ), una battaglia per denunciare il livello di presenza delle mafie nell’economia e nella politica pontine. Da anni questa Associazione sta chiedendo, invano, che tattiche e strategie di intervento di contrasto della criminalità organizzata vengano aggiornate alla luce delle mutazioni adottate dalle mafie che, ormai, sono diventate impresa, sono entrate nelle istituzioni e nei partiti politici. 

 

Da anni questa Associazione ha chiesto, ancora invano, che si dia impulso ad un’azione radicale di investigazione per individuare la “PROVENIENZA” delle montagne di capitali investiti in questa provincia e le COLLUSIONI fra mafie ed individui delle istituzioni e dei partiti. 

 

Tutto, inutilmente!

 

Bisogna dare atto alla sensibilità del neo Prefetto di Latina-dr. Bruno Frattasi-di aver rappresentato su questo piano elemento di discontinuità rispetto al passato. Forse questo suo comportamento, teso a ripristinare un sistema di vivibilità civile e democratica in una provincia in cui la legalità è ormai un optional, -come giustamente ha detto più volte l’ex Presidente del TAR dr. Bianchi costretto ad andar via da Latina, -sta dando fastidio a tanti individui, alcuni dei quali non fanno mistero del loro desiderio di farlo trasferire dal capoluogo pontino. 

 

Ma un Prefetto, pur bravo, non può farcela da solo ad affrontare una situazione che ha ormai collocato la provincia di Latina fra le province del Paese più devastate dall’illegalità e dalla presenza criminale. 

 

Questa Associazione, in virtù di quanto sopra esposto, si rivolge a Lei, Signor Presidente, perché voglia intervenire personalmente, soprattutto, per far punire i responsabili dei gravi fatti di Ventotene e garantire l’incolumità di Antonio Flocco e dei suoi familiari e, poi, perché gli organi investigativi e giudiziari pontini siano da oggi in avanti più solerti di quanto non lo siano stati finora nell’azione di contrasto delle illegalità e delle mafie. 

 

Cordiali saluti

 

IL SEGRETARIO REGIONALE

Dr. Elvio Di Cesare