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L’emergenza sicurezza (sociale). In provincia di Latina e nel Lazio é ormai emergenza criminalità organizzata

cittadini romani e non solo ricorderanno l’omicidio Reggiani o lo stupro de La Storta: crimini orrendi contro le donne ma anche armi con le quali il centrodestra locale e nazionale impose ancora una volta all’ordine del giorno il tema della “sicurezza”. Il centrosinistra aveva reso Roma più insicura – dicevano – con il suo atteggiamento lassista verso immigrati e rom. L’allora giunta Veltroni si mosse subito con alcuni provvedimenti azzeccati ma anche con alcune dichiarazioni affrettate. “La sicurezza non è nè di destra nè di sinistra” ripetè per tutta la campagna per le politiche Walter Veltroni.

Ma i dati cosa dicono? Dicono che c’è un’emergenza sicurezza, ma non è esattamente quella descritta nel dibattito politico.

1. Secondo il rapporto Eures sullo stato delle Province del Lazio tutti i reati sono in calo a Roma: meno 15,3%. Merito di Alemanno? Non esclusivamente perchè il trend è consolidato e inizia già sotto l’amministrazione Veltroni: meno 18% nel suo ultimo semestre e meno 12% nel primo semestre di Alemanno. Solo il presidente della Provincia di Roma Zingaretti fa notare che questo dato si accompagna ad un forte aumento dell’immigrazione (+99% negli ultimi dieci anni): aumentano gli stranieri, diminuisce la criminalità. Con buona pace di certe equazioni. (Per un ragionamento più approfondito sull’immigrazione si può cliccare qui)

2. Tutto bene allora? Niente affatto. Come abbiamo già scritto a Roma e nel Lazio c’è una vera emergenza criminalità organizzata. E’ lo stesso rapporto Eures a confermarlo: il 32% dei commercianti del Lazio è soggetto ad usura. Si penserà: ma al sud stanno peggio. Magari, perchè la realtà è diversa: la percentuale è del 31% in Calabria, del 30% in Campania, del 28% in Sicilia. Fabrizio Peronaci ha scritto parole sante sul Corriere della Sera di alcuni giorni fa: “E’ la dimostrazione che i tentativi di infiltrazione e condizionamento del tessuto economico sono oramai divenuti realtà, grazie ai 66 clan giunti dal Mezzogiorno e considerati dalla Dia <<strutturalmente operativi>> nel Lazio. Ricacciare la <<Mafia Spa>> lontano dalle rive del Tevere: eccola l’ulteriore sfida da vincere”.

3. Ma non basta dire che bisogna occuparsi della grande criminalità invece di quella piccola. Uno stupro per strada, un furto nella casa di un anziano, la vendita di prodotti contraffatti non sono cose piccole. Bisogna però studiare e aggredire l’intreccio tra mafie e questi crimini: chi gestisce il traffico di esseri umani e che relazione c’è con leggi sull’immigrazione sempre più restrittive? O in quali fabbriche della camorra vengono prodotte le borse contraffatte che si vendono sulle lenzuola bianche per strada? Si potrebbe continuare, stando ovviamente attenti a non esaurire tutto il problema della piccola criminalità dentro quello delle grandi organizzazioni mafiose.

4. C’è un’altra emergenza sicurezza però, di cui la sinistra potrebbe farsi portatrice: è quella economica. La precarietà, l’instabilità, l’impoverimento  rendono tutti più spaventati, privi di speranze e timorosi di qualsiasi vicino. Basta leggere l’analisi fatta dall’SWG in collaborazione con l’ ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani): “l’insicurezza economica (intesa come precarietà lavorativa e timore per la perdita del proprio attuale tenore di vita) pesa per il 50% sulle paure dei cittadini”. Le nostre città si sono riempite di nuovo di baraccopoli non solo perchè ci sono tanti immigrati clandestini ma perchè c’è di nuovo un’economia che propone lavori da baraccati. E poi, quante vite si sta portando via questa crisi economica? In tutta Europa, secondo la Società Italiana di Psichiatria, 1700 suicidi in più nell’ultimo anno.

5. Mentre il Lazio diventava una regione un po’ più sicura, crescevano le disuguaglianze e la disperazione economica. Un quarto del reddito regionale, il 25,2%, risiede nelle tasche del 5% della popolazione benestante. Le famiglie al di sotto della soglia di «povertà relativa», con un consumo cioè inferiore ai mille euro erano il 6,5% nel 2003, il 7,9% nel 2007 e l’8% nel 2008. In termini assoluti un aumento del 34,6% nel periodo 2003-2008 e del 4% nell’ultimo anno, una crescita superiore a quella registrata a livello nazionale, rispettivamente +12,7% nell’intero periodo e +3,3% nell’ultimo anno.

Forse esiste una sicurezza di sinistra e oggi manca.

Mattia Toaldo

(Tratto da Italia2013)