Di Davide Milosa
27 Febbraio 2025 – Il Fatto Quotidiano
Sedici mesi dopo la richiesta di 154 arresti da parte del pm antimafia di Milano Alessandra Cerreti, con 143 misure respinte dal gip Tommaso Perna e solo 11 accettate ma non per associazione mafiosa, ora la maxi-inchiesta sul nuovo sistema mafioso lombardo definito “Consorzio dagli indagati”, arriva a un passo prima della richiesta di processo. La Procura di Milano, dopo aver incassato le sentenze favorevoli di Riesame e Cassazione, ha depositato l’avviso di chiusura indagini per 146 indagati, avendo già pronta la richiesta di rinvio a giudizio. Di questi, 47 sono accusati di associazione mafiosa. Si tratta, in sostanza, di tutti i rappresentanti di Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra romana che già nella richiesta del pm e nelle informative del Nucleo investigativo dei carabinieri di via Moscova diretto dal colonnello Antonio Coppola, risultavano associati in questo nuovo sistema o consorzio. Tra coloro che ora vedono vicino un processo, come si legge nelle 168 pagine di chiusura indagine, ci sono Giuseppe Fidanzati e suo zio Stefano, rappresentanti di Cosa Nostra a Palermo. Sul fronte trapanese, legati al mandamento di Castelvetrano c’è Paolo Errante Parrino già vicino a Matteo Messina Denaro, poi i fratelli Abilone, Giovanni e Rosario, ritenuti il braccio economico, come anche i fratelli Pace. Per la mafia gelese, Dario e Fabio Nicastro. Non manca la ’ndrangheta, quella di Lonate Pozzolo (Varese) rappresentata dal boss Vincenzo Rispoli e da Massimo Rosi. Per il mandamento ionico c’è il clan Iamonte, i cui interessi all’interno del Consorzio erano portati avanti da Santo e Filippo Crea. Non ultima la camorra romana, quella diretta da Michele Senese. Nel fascicolo milanese rischia il processo il figlio Vincenzo Senese, oltre a Gioacchino Amico, Giancarlo Vestiti ed Emanuele Gregorini detto “dollarino”, latitante. Insomma, un grande risultato, ma per nulla scontato. Il pm Cerreti, a cui è stata rafforzata la scorta per le minacce di morte arrivate da soggetti legati al Consorzio, dopo l’ordinanza-tagliola del gip ha pedalato in salita con un appello monstre al Riesame, discusso assieme al Procuratore Marcello Viola. Riesame che confermerà l’impianto dell’accusa, spazzando via la ricostruzione del gip, alla quale metterà la parola fine la Cassazione rigettando i ricorsi degli indagati tranne 4. Si è in attesa dell’ultimo, quello di Filippo Crea, udienza prevista oggi. Il processo è alle porte. Il libro della mafia in Lombardia si riapre per scrivere un nuovo inedito capitolo.