AMDuemila 26 Settembre 2024
L’intervista del reggente della procura di Reggio Calabria a ‘Famiglia Cristiana’
La ‘Ndrangheta “sicuramente è ricca e potente. Dai suoi territori tradizionali ha occupato tutti gli spazi in cui si riescono a creare enormi fonti di ricchezza. È un interlocutore ascoltato a livello mondiale. Ma oggi è arrivato il momento di dare una risposta forte dal cuore dell’Aspromonte. E il cuore di queste terre, simbolicamente, è Polsi. Ripeto, l’inizio della fine è stato avviato. Abbiamo riconquistato terreno alla legalità. Siamo riusciti a dare delle risposte importanti negli anni. Chi vuole davvero proseguire la strada di un’antimafia che va oltre il lavoro di magistratura e forze dell’ordine oggi ha gli strumenti per farlo. In questo noi saremo fortemente al suo fianco”.
Sono state queste le parole del procuratore aggiunto di Reggio Calabria (oggi reggente) Giuseppe Lombardo in un’intervista rilasciata a ‘Famiglia Cristiana‘. Secondo il magistrato “per la ‘Ndrangheta penso che sia cominciato l’inizio della fine”: “Ho la sensazione che la battaglia contro la ‘Ndrangheta sia quasi vinta. Mi spiego meglio. Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni ha consentito, a mio modo di vedere, di sviluppare una sensibilità nuova. Vedo, nelle nuove generazioni, un atteggiamento diverso che trasforma poi l’agire quotidiano. Ecco, questo è il più efficace strumento antimafia”.
Per Lombardo “il confronto con i ragazzi” è “l’unica arma davvero efficace per arrivare a sconfiggere la ‘Ndrangheta e i suoi valori deviati”. In base a questo, ha ribadito il magistrato reggino, “credo che manchi poco per arrivare all’obiettivo finale di rendere la ‘Ndrangheta assolutamente inoffensiva nei suoi territori di origine. Qui le persone perbene sono tante e stanno trovando il coraggio di rimanere in Calabria, di avviare attività sempre più legate a questi luoghi e in grado anche di riscattare in profondità un territorio che spesso è raccontato male. Sono certo che le nuove generazioni abbiano lo strumento finale per dire basta alla sopraffazione mafiosa, ai valori deviati di cui è portatrice la ‘Ndrangheta e a tutta una serie di simbolismi assolutamente inaccettabili. Compresi quelli che hanno trasformato Polsi da un luogo di preghiera a un simbolo di mafia. Nessuno di noi deve consentire che venga stravolto il significato di un santuario bellissimo come questo”.
“Certo – ha concluso Giuseppe Lombardo – la ‘Ndrangheta continua a essere al centro di un sistema criminale molto vasto. Ma noi oggi siamo capaci di trasformare i risultati del lavoro giudiziario in una sensibilità antimafia diversa che va oltre le aule di giustizia. Ovviamente nessuno di noi è in grado di dire quando il risultato finale sarà raggiunto, quando la ‘Ndrangheta diventerà un fenomeno criminale come tanti altri e con caratteristiche assolutamente controllabili. Ma oggi possiamo già affermare che il lavoro che è stato fatto ha creato una sensibilità diversa nelle persone. Adesso sanno riconoscere il fenomeno nel suo manifestarsi più complesso, meno visibile e quindi sanno anche utilizzare degli strumenti che consentono loro di prendere le distanze da quel mondo”.
Tratto da: Famiglia Cristiana
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