Interdittiva antimafia per bloccare una ditta: si era aggiudicata un appalto per lavori del Pnrr
di ANDREA PALLADINO – LA STAMPA 17, DOMENICA 6 LUGLIO 2025
Francesco Nobis, detto «o nir», il «nero», di cemento se ne intende. Piccolo costruttore di Casapesenna. uno dei tre fortini del clan dei Casalesi, una ventina di anni fa impastava il calcestruzzo per realizzare i bunker per Michele Zagaria. Un boss che per anni ha governato il territorio diventando invisibile grazie ai rifugi segreti. Roba sofisticata, con i pavimenti che scorrevano, aprendo varchi invisibili verso piccole regge sotterranee.
Scontata la pena a tre anni reclusione per favoreggiamento personale aggravato dalle modalità mafiose, Nobis oggi lavora per una società di Formia, in provincia di Latina, meno di un’ora di automobile dal suo paese d’origine. Si occupa sempre di costruzioni e di calcestruzzo. Niente bunker ma supermercati, grandi edifici e scuole. Lo fa da dipendente della Gld costruzioni, gruppo di proprietà della famiglia Diana. Il suo datore di lavoro è Giacomo Diana, originario di San Cipriano d’Aversa, la città che assieme a Casapesenna e Casal di Principe forma il territorio dove ha radici solide il clan di Gomorra.
San Cipriano è il luogo dove inizia la storia dei Casalesi, negli Anni 70. quando un meccanico specializzato in furti di Tir mette su una banda feroce, che sfida il potere di Raffaele Cutolo. Era Antonio Bardellino. «totonn» per i sanciprianesi, che ancora lo venerano su TikTok, trentasette anni dopo la scomparsa (la presunta morte a distanza di decenni è ancora avvolta dal mistero). La Gld venti giorni fa ha ricevuto una interdittiva antimafia dalla prefettura di latina. Tra i motivi c’è proprio il rapporto con Francesco Nobis, che risulta tra i dipendenti.
La società di Formia ha un curriculum di peso, con un fatturato di 4,9 milioni di euro. Alla fine del 2024 si è aggiudicata, tra l’altro, l’appalto Pnrr per la costruzione dell’asilo nido di Fiumicino per poco più di 2 milioni di euro. Ora quel cantiere dovrà essere fermato, come prevede la normativa antimafia. Al momento, nonostante siano passati venti giorni dal provvedimento della Prefettura, i lavori proseguono. Il comune guidato dall’ex ministro dell’Udc Mario Baccini, stazione appaltante dell’opera, dichiara a La Stampa di non aver ricevuto nessuna comunicazione: «Non ne sappiamo nulla, attendiamo i documenti ufficiali», spiega l’ufficio stampa. Questione di tempi burocratici, probabilmente. La Gld ha in ogni caso presentato ricorso al Tar, che verrà discusso il prossimo settembre. Il tribunale amministrativo ha nel frattempo bloccato le sospensioni degli appalti da parte della Asl di Caserta.
L’appalto di Fiumicino riguarda una delle principali opere finanziate dai fondi europei nel Comune di Fiumicino, amministrazione colpita nei giorni scorsi da un’inchiesta della locale procura per una serie di affidamenti nei settori della cultura e dei servizi sociali. La Gld, solo negli ultimi mesi, era riuscita ad aggiudicarsi lavori anche a Latina (la manutenzione del lungomare) e all’ospedale di Teano (l’impianto antincendio).
Eppure, il nome della società era divenuto noto nelle cronache giudiziarie da tempo. L’ex socio e direttore tecnico Luigi Diana – ha lasciato le quote al padre Giacomo nel 2023, dopo una perquisizione disposta dalla magistratura romana due anni fa era stato indagato dalla Dda di Roma per tentato omicidio con modalità mafioso. Nei mesi scorsi la procura ha chiesto l’archiviazione per quell’agguato, ma nel frattempo la Prefettura di Latina aveva iniziato ad approfondire il profilo della società di famiglia, mettendo insieme i legami del gruppo con pezzi della camorra imprenditrice. Le prime informative del Nucleo investigativo dei carabinieri di Latina di due anni fa sono confluite all’interno del provvedimento interdittivo della Prefettura. Il profilo che emerge ricostruisce un filo che parte dal cuore delle indagini sul clan dei per dipanarsi fino ad oggi. La famiglia Diana fa il salto imprenditoriale acquistando le quote della Gld il 30 settembre 2015. Una data da tenere a mente. A vendere le azioni è Rodolfo Statuto, imprenditore del settore del cemento di Casaluce, condannato per associazione mafiosa nel maxi processo Spartacus contro il clan dei Casalesi. La sentenza di primo grado è arrivata il 15 settembre del 2015, quindici giorni dopo la condanna. La sede sociale venne spostata a Formia. in provincia di Latina. uscendo così dai fari degli investigatori napoletani e casertani. Da allora, per vent’anni ha operato senza grandi problemi. fino all’interdittiva del 17 giugno scorso.
A Formia, nel Lazio, la società ha potuto contare su contatti e alleanze di peso. A partire dall’attuale sindaco. Gianluca Taddeo, in quota Forza Italia, uomo di assoluta fiducia del senatore Claudio Fazzone, coordinatore regionale per il Lazio del partito. Luigi Diana vanta una solida amicizia con il primo cittadino, tanto da diffondere durante l’ultima campagna elettorale sui social le foto sorridenti insieme a Taddeo.
La Gld non ha fatto poi mancare il suo sostegno economico alle sentitissime processioni dei santi patroni della città e lo scorso anno sulla facciata della chiesa di San Giovanni il 24 giugno sono apparsi gli striscioni della Gld. Durante la processione il santo si è fermato proprio davanti agli uffici della società di costruzioni. come documentato dall’inchiesta del programma de La7 «100 minuti», condotto da Corrado Formigli e Alberto Nerazzini (inchiesta firmata da chi scrive). E d’altra parte quel luogo la chiesa locale lo conosce bene: gli uffici della Gld fino a qualche giorno fa erano all’interno dei locali di proprietà dell’Istituto per il sostentamento del clero.
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