Di Redazione Internapoli
Rosario Giugliano avrebbe voluto creare un nuovo clan puntando sulla sua storia criminale, infatti, era l’ex braccio destro del boss Pasquale Galasso. Non sarebbe stato interessato al business della droga ma Rosario ‘o minorenne avrebbe voluto controllare il racket e la politica, sfruttando un cantante neomelodico con aspirazioni da boss.
Ieri è arrivata la sentenza di primo grado per Giugliano, 63enne di Poggiomarino, ex ras e collaborare di giustizia, e per il figliastro Alfonso Manzella, neomelodico noto come Zuccherino. Secondo il Mattino su richiesta dell’Antimafia al pentito i giudici del tribunale di Torre Annunziata (presidente di collegio Antonio Fiorentino, a latere Silvia Paladino e Luisa Crasta) hanno inflitto la pena di 13 anni di reclusione, mentre per Manzella è arrivata la condanna a 14 anni e 6 mesi in continuazione con altre pene.
CHI E’ ROSARIO ‘O MINORENNE
L’inchiesta del dicembre 2022 ha fatto luce sull’unione di Rosario Giugliano, perno della neonata confederazione risalente all’anno 2020, che ha poi permesso al clan Fezza-De Vivo di aumentare la propria forza criminale.
Lo storico camorrista soprannominato “il minorenne” in ragione della sua appartenenza criminale risalente all’epoca in cui non aveva ancora raggiunto la maggiore età, faceva infatti parte dell’associazione camorristica capeggiata da Carmine Alfieri e, in particolare, della sua articolazione riferibile a Pasquale Galasso.
Nella sua carriera criminale ha riportato numerosissimi precedenti penali e di polizia, tra i quali emergono — oltre all’associazione per delinquere di stampo mafioso — i reati di omicidio doloso, ricettazione, tentato omicidio e rapina. E’ stata certificata la sua vicinanza a quelli che sono gli attuali referenti di altre organizzazioni criminali, tra cui soggetti appartenenti ai clan Moccia, Mazzarella e Fabbrocino.
LA SCARCERAZIONE E LA RIORGANIZZAZIONE
Per i fatti ad esso attribuiti ha accumulato condanne per complessivi 227 anni, 7 mesi e 28 giorni di reclusione. Rosario Giugliano, scarcerato nei primi mesi del 2020, ha fissato il proprio domicilio a Pagani. Nonostante la distanza dallo storico centro di interessi, è stato accusato di aver dato vita ad un’associazione per delinquere di stampo camorristico generata nel Comune di Poggiomarino e capace di imporsi nei Comuni di Pagani, San Marzano sul Sarno, Scafati e di altri Comuni limitrofi dell’Agro Nocerino Sarnese.
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