Annullata con rinvio l’assoluzione di Massimo Salvo “u carruzzeri”. Ci sarà un nuovo processo.
Di Laura Distefano | 06 Aprile 2025
Il “gioco dell’oca” della giustizia. Torna indietro il processo a carico di Massimiliano Salvo “u carruzzeri”, scaturito dall’inchiesta Camaleonte del 2020. La prima sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di assoluzione di secondo grado dell’esponente dei Cappello (figlio dell’ergastolano Pippo Salvo) che è stata impugnata dalla Procura Generale. Si dovrà svolgere quindi un nuovo giudizio per l’imputato davanti a un’altra sezione della Corte d’Appello. La Cassazione ha annullato senza rinvio, ma limitatamente al trattamento sanzionatorio, la sentenza d’appello nei confronti dello storico boss di Monte Po, Mario Strano, ritenuto a capo di un gruppo autonomo collegato alla cosca Cappello. La pena è stata rideterminata a 16 anni (quattro mesi in meno rispetto alla sentenza d’appello).
Per il resto, la Suprema Corte ha rigettato facendo diventare definitivo il verdetto.Rigettati invece i ricorsi di Fabio Berti (8 anni), Salvatore Culletta (14 anni), Giuseppe La Placa (11 anni e 8 mesi), Celeste Millan (2 anni) e Anna Russo (7 anni). Inammissibili invece quelli di Alfio Carmelo Anastasi (3 anni e 4 mesi), Concetto Bonaccorsi (14 anni), Salvatore Castorina (collaboratore di giustizia 6 anni), Christopher Michele Cuffari (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Culletta (7 anni), Andrea Alessandro Fusto (8 anni), Massimo Palazzo (11 anni), Giuseppa Russo (7 anni), Luigi Scuderi (16 anni e 9 mesi), Giuseppe Sottile (2 anni), Nicolò Sottile (2 anni), Concetta Strano (7 anni), Goffredo Francesco Treccarichi Scauzzo (15 anni e 4 mesi) e Sebastiano Orazio Tuccio (2 anni e 8 mesi). Molti di questi imputati arrivavano da una sentenza con concordato tra le parti.
Il blitz di cinque anni fa è stato eseguito dalla squadra mobile dopo la prima ondata Covid. Azzerò le tre correnti della cosca Cappello-Bonaccorsi. Comprese le “quote rosa” del clan.