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CEMENTO E SOLDI, ASSOCIAZIONE CAPONNETTO ALL’ANTIMAFIA: “A ITRI PERICOLO LOTTIZZAZIONE”

CEMENTO E SOLDI, ASSOCIAZIONE CAPONNETTO ALL’ANTIMAFIA: “A ITRI PERICOLO LOTTIZZAZIONE”

L’Associazione Antonino Caponnetto mette nel mirino Itri e allerta Direzione Investigativa Antimafia e Direzione Distrettuale

DI REDAZIONE

14 DICEMBRE 202014 DICEMBRE 2020 ATTUALITÀ

Per l’Associazione antimafia, non ci sono dubbi. Si può e si deve parlare, ormai, e da tempo, di vero e proprio “caso Itri”, un territorio che, pur ospitando meno di 11mila abitanti, ha un’estensione grande il doppio delle aree di Gaeta e Formia messe insieme.

Ecco perché, l’associazione Caponnetto si concentra da tempo sulle ombre degli investimenti e, soprattutto, sull’edilizia laddove, in terra pontina, spesso significa abusivismo e cementificazione.

E sarebbero proprio nuove colate di cemento, pompate dal reinvestimento di capitali, che hanno fatto drizzare le antenne per Itri.

Pervengono notizie, che stiamo attentamente verificando, riguardo a probabili investimenti milionari per una presunta lottizzazione in località “Licciano” nel Comune di Itri – si legge in una nota stampa diffusa dall’associazione Antimafia – investimenti che ingenerano forti preoccupazioni specialmente in questo periodo di crisi profonda del settore edile“.

Certamente restiamo vigili per segnalare a chi di competenza ulteriori sospette penetrazioni malavitose nel territorio itrano, frutto sicuramente di accordi scellerati tra soggetti probabilmente locali ed altri estranei al tessuto economico locale e dotati di forti disponibilità economiche di origine presumibilmente illecita – prosegue il comunicato – Questa nostra analisi parte anche da quanto riportato in atti ispettivi parlamentari che in questi anni hanno interessato il Basso Lazio ed anche il territorio del Comune di Itri. Atti Ispettivi non sempre,purtroppo, valutati ed indagati in profondità da chi è preposto al contrasto del fenomeno malavitoso“.

Ed è proprio dagli atti ispettivi – dicono dall’Associazione Caponnetto che spesso quei documenti ha ispirato con la sua tenace e attenta analisi e denuncia sul territorio pontino (e non solo) – che apprendiamo nomi di clan che stazionano nel territorio del Basso Lazio ed itrano qui arrivati non certamente per villeggiare ma per fare affari illeciti. Basterebbe rileggersi le interrogazioni presentate dai Senatori Giarrusso, Lannutti e dai Deputati Colletti e Trano per avere contezza di ciò“.

Si deve scongiurare – conclude il comunicato – un nuovo “caso Sperlonga” da parte di soggetti che già anni addietro hanno tentato quel tipo di assalto al territorio itrano, fatti sicuramente a conoscenza delle forze dell’Ordine. Intervenire immediatamente in tale situazione è essenziale per scongiurare il pericolo di consegnare definitivamente il territorio itrano alla camorra nonché di evitare un nuovo scempio ambientale. Si desume chiaramente la presenza nel territorio itrano (e del Basso Lazio) di vari clan, senza citare gli arresti di pericolosi latitanti (clan Contini ecc.) che qui avevano trovato rifugio e dei vari sequestri di beni qui effettuati dalla magistratura antimafia nel corso degli ultimi anni“.

Fonte:https://latinatu.it/