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Camorra parking, l’ex vicesindaco: “Affare spacciato per pubblico ma a vantaggio dei privati”

Il consigliere comunale dei Verdi Giuseppe Messina in aula: “Denunciai e mi ritrovai da solo. Chiesi a Del Gaudio di sospendere i lavori del parcheggio”

Anna Grippo – Collaboratrice

01 aprile 2025 14:44

Conosco bene la vicenda della realizzazione del parcheggio San Carlo e dove è sorto doveva nascere la casa dello studente e l’agrumeto e invece si è trattato di un affare per un parcheggio pubbico a esclusivo vantaggio per i privati”.

E’ quanto dichiarato dall’ingegnere Giuseppe Messina, ex vicesindaco e consigliere comunale nel processo sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi, in particolare del boss Michele Zagaria, nel parcheggio di via San Carlo a Caserta.

Dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Sergio Enea con a latere Giuseppe Zullo e Norma Cardullo, l’ingegnere ha chiarito che “è stato completamente stravolto il progetto originario. Mi impegnai per far nascere la facoltà ambientale e con l’univerità cercavo uno spazio verde che doveva diventare un agrumento e nell’immobile la casa dello studente. Conoscevo Alois il proprietario e l’ultima volta che ci parlai lui mi disse semplicemente che l’aveva dovuto dare, riferendosi allo spazio verde e il fabbricato”. “La notizia della realizzazione di un parcheggio in via San Carlo l’ho appresa leggendo i cartelli dell’inizio dei lavori sul cantiere annesso e mi chiesi subito se tale azione fosse legale”, ha chiarito Messina, “feci una consultazione tecnica per accertare profili di illegittimità e mi confrontai con i consiglieri Ebraico e Melone. Dopo gli accertamenti denunciammo le illegittimità. La denuncia la sottoscrissi solo io, rimasi solo, gli altri si ritirarono per paura”.

Il progetto doveva prevedere un intervento sull’immobile del 70% per i posti auto e il 30% per i box e ciò era possibile mediante una sottoscrizione di una convenzione tra comune e società esecutrice dei lavori, convenzione poi che doveva essere approvata dal consiglio comunale e solo dopo l’approvazione poteva essere concesso il permesso a costruire” ha sottolineato l’ingegnere “la licenza venne concessa prima e magicamente il rapporto si è capovolto quindi il 30% era destinato per i posi auto a rotazione e il 70% per i box. Tutto è stato stravolto e l’agrumeto che io proposi di intitolare ad Alois non c’è mai stato”. Il teste ha chiarito al magistatro antimafia che “inviai anche una lettera al sindaco Pio Del Gaudio per sospendere i lavori”. Si torna in aula nel mese di aprile per l’escussione di Antonio Pota e Giuseppe Greco.

Secondo quanto ricostruito dal sostituto procuratore Fabrizio Vanorio nel luglio 2007 è stato sottoscritto l’atto di compravendita dell’area dove è sorto il parcheggio tra la società riconducibile ai figli di Sagliocchi ed il proprietario dello spazio verde. Franco Biondi ne certificò la planimetria presentata asserendo che fosse idonea alla realizzazione dei parcheggi interrati. Nel 2008 vengono apportate dalla società di Sagliocchi delle variazioni tecniche alle tavole grafiche nell’ambito di una istanza finalizzata al rilascio del permesso a costruire e nel 2009 vengono approvate tali variazioni che riguardavano la previsione di due uscite di sicurezza e l’indicazione dei piani interrati suddivisi tra posti a rotazione e box. Il progetto originario secondo le norme tecniche di attuazione del piano vigente all’epoca doveva prevedere il 70% dei posti liberi a rotazione e il 30% dei box.

Sono finiti sotto processo Michele Patrizio Sagliocchi, il boss Michele Zagaria, l’attuale dirigente del Comune di Caserta Francesco Biondi, l’architetto Carmine Domenico Nocera, Gaetano Riccardi nipote di Sagliocchi, Fabio Fontana, Teresa Capaldo, accusati a vario titolo di associazione a delinquere con l’aggravante della agevolazione mafiosa, corruzione, autoriciclaggio, falso ideologico, trasferimento fraudolento di valori.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Giovanni Cantelli, Giuseppe Stellato, Enzo Di Vaio, Guido Diana, Michele Di Fraia, Paolo Di Furia, Emilio Martino, Alfonso Quarto, Alessandro Barbieri, Mauro Iodice, Stefano Montone, Giuseppe Ceceri. Il Comune di Caserta si è costituito parte civile rappresentato dall’avvocato Lidia Gallo.


Fonte:https://www.casertanews.it/cronaca/processo-parcheggio-san-carlo-dichiarazioni-ex-sindaco.html