Camorra & mafia cinese a Prato.

Criminalità organizzata cinese e camorra: Prato citata nella relazione dell’Antimafia 

Nella relazione annuale si parla di mafia cinese in città “con difficoltà investigative” per la mancanza di interpreti e di infiltrazioni della “camorra che mantiene un basso profilo” 

PRATO. “La criminalità organizzata cinese si conferma, in talune zone della Toscana, peculiare, pericoloso fenomeno il cui contrasto si presenta oltremodo difficile” e “le difficoltà maggiori a livello investigativo, per ciò che attiene alla criminalità organizzata cinese, derivano dalla notoria carenza di interpreti fiduciari disponibili a tradurre conversazioni intercettate”. Lo sostiene la Direzione nazionale antimafia nella sua relazione annuale 2015 parlando della presenza della mafia cinese in Toscana, in prevalenza nelle zone di Firenze e Prato. La Direzione distrettuale antimafia di Firenze continua a segnalare “la mancanza di traduttori e interpreti della lingua cinese, giacché a fronte di un numero sempre crescente di indagini su persone di questa nazionalità, sono ormai insufficienti le persone alle quali può essere attribuita la importante e delicata funzione di interprete”.

La criminalità cinese ha un interesse persistente “nel settore della contraffazione di modelli industriali e marchi”. Siamo in presenza, spiega la Dna, di “consorterie associate su base per lo più familistica, dedite sia alla produzione in laboratorio che al commercio di articoli prodotti in Cina ed importati in Italia, con notevole capacità di azzerare gli effetti dei sequestri di merce e di riprodursi in nuove attività illecite”. Inoltre la Dna ipotizza anche che – dopo l’inchiesta di Firenze che evidenzi un trasferimento di denaro in Cina per 4 miliardi di euro tramite i negozi ‘money transfer’ – “i canali di trasferimento di provviste illecite all’estero siano stati modificati e ricalibrati rispetto alla risposta repressiva”. Sempre per la criminalità cinese, la Dna segnala un incremento del traffico di stupefacenti nella zona di Prato.

“La camorra in Toscana cerca di evitare il più possibile di ricorrere ad azioni criminose eclatanti che possano attirare l’attenzione degli inquirenti, e di mantenere al contrario un profilo basso, per potere meglio dedicarsi a traffici illeciti ed anche ad affari economici apparentemente leciti”. Così la Dna, nella sua relazione annuale sul 2015, descrive le infiltrazioni della camorra in Toscana.

I clan della camorra, si spiega, in Toscana operano attivamente in varie parti del territorio, e segnatamente in provincia di Pisa, in Versilia, nel Valdarno aretino e nella provincia di Prato. In Versilia sono stati compiuti negli anni scorsi, anche ad opera della Dda di Napoli diversi arresti nei confronti di soggetti appartenenti al clan del Casalesi. Nell’area di Pisa e della provincia, evidenzia la Dna, “vi sono significativi interessi economici di clan napoletani”