Gustavo Gentile
1 Luglio 2025 – 08:11
Napoli – La DDA scende in campo con un duro atto d’accusa contro i due rami del clan Contini, coinvolti nella sanguinosa faida della Stadera. Il pm Converso ha chiesto 18 condanne per un totale di oltre 220 anni di reclusione, al termine della requisitoria presentata ieri al GUP di Napoli.
La guerra interna tra le fazioni “Stadera” e “Cittadella” di Casoria è esplosa nel 2021, con una serie di agguati e ritorsioni. L’episodio scatenante fu il ferimento di Gioele Lucarelli (20 settembre 2021), risposta a un precedente attentato contro Gennaro De Stefano, detto “’e fell ’e carn” (2 settembre 2021).
Traffico di droga e armi
L’indagine ha svelato un sistema criminale che spacciava droga non solo a Napoli (Ponticelli, Secondigliano), ma anche ad Avellino e nel carcere di Salerno, dove uno degli indagati era detenuto. I debitori insolventi subivano minacce e violenze, mentre il gruppo disponeva di un arsenale preoccupante.
Poche settimane fa, una nuova ondata di arresti ha ampliato il quadro. Se confermate, le condanne richieste segnerebbero un duro colpo alla nuova generazione del clan, con Mario Rosario De Martino (“’o chiatt”) e Gioele Lucarelli tra i capi emergenti.
Le richieste di condanna (in ordine decrescente)
Mario Rosario De Martino – 20 anni
Gioele Lucarelli – 20 anni
Pietro Lucarelli – 20 anni
Vittorio Albano – 18 anni
Feliciano Ciccarelli – 18 anni
Lucio Cammarota – 15 anni
Antonio Lucarelli – 13 anni
Marcella Spiniello – 13 anni
Leopoldo Aprea – 12 anni
Bruno Ferrioli – 12 anni
Gennaro Ottaiano – 12 anni
Iolanda Lucarelli – 12 anni
Salvatore Mari – 12 anni
Salvatore Tolino – 10 anni
Nicoletta Mascaro – 5 anni
Ciro Tropeano – 5 anni
Francesco De Angelis – 4 anni
Giuseppe Pastore – 4 anni
Prossima udienza: 29 settembre. La difesa, come riportano Il Roma e Cronache di Napoli rappresentata da un pool di avvocati tra cui Leopoldo Perone, Luigi Pozziello, Luca Mottola e Domenico Dello Iacono e Giuseppe Gallo (difensore di Gioele Lucarelli) cercherà di smontare l’impianto accusatorio, finora considerato “granitico” dalla Procura.