Cerca

Camorra di Caivano, arrivano le condanne bis per i Gallo-Angelino

Di Alfonso D’Arco

Non sono mancate le sorprese nella sentenza d’appello contro il clan Gallo-Angelino di Caivano i cui capi e colonnelli sono finiti in manette nel blitz del giugno 2023. Dalle pagine dell’ordinanza emerse che il gruppo era capeggiato da
Massimo Gallo e Antonio Angelino che, insieme, gestivano le estorsioni e lo spaccio di droga. Secondo le indagini della Procura di Napoli e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, Gallo avrebbe conquistato il potere dopo gli arresti dei capiclan delle famiglie Sautto e Ciccareli, inoltre, Massimo ‘o chiattone avrebbe consolidato la sua posizione dominante grazie all’alleanza con Tibbiuccio Angelino, ex cutoliano. Tra le condanne spiccano i 18 anni confermati per Antonio Angelino (nonostante l’assoluzione da un tentativo di estorsione) mentre Gaetano Angelino passa da 11 a 8 anni di reclusione. Sconto di pena significativo per Ciro Gallo che dai 6 anni e quattro mesi del primo grado vede la pena abbassarsi a tre anni e cinque mesi con l’assoluzione dall’accusa di associazione camorristica: decisive le argomentazioni del legale di Gallo, l’avvocato Rocco Maria Spina. Altra riduzione per un altro ras del gruppo, Vincenzo Di Paola che passa da 18 a 14 anni di reclusione: Di Paola era difeso da Domenico Dello Iacono. Tra le altre condanne Raffaele Chioccarelli 7 anni e quattro mesi, Mario Cipolla 6 anni e otto mesi, Michele Leodato 7 anni e 4 mesi, Pasquale Natale 8 anni, Fabio Pagnano 7 anni e quattro mesi, Francesco Pagnano 8 anni, Giuseppe Sollami 8 anni e otto mesi. Dall’inchiesta emerse che durante la pandemia la camorra aiutava le famiglie bisognose di Caivano organizzando, addirittura, la consegna delle spese. Questo sconvolgente dettaglio fu scoperto dai carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna che arrestarono 20 persone accusate, a vario titolo, dalla Dda di associazione di tipo mafioso al clan Gallo-Angelino. Gli imputati rispondevano di estorsioni consumate e tentate, di detenzione e porto di armi da guerra e comuni da sparo, delitti aggravati dal cosiddetto metodo mafioso. Scoperti in occasione del blitz anche gli impianti di video sorveglianza nascosti nelle mura, e le armi, come kalashnikov e pistole, seppellite ma pronte all’uso.

IL CONTROLLO DEL TERRITORIO

Il controllo del territorio sarebbe stato realizzato anche attraverso alcune attività apparentemente lecite, infatti, la camorra avrebbe aiutato economicamente le persone già fragili e maggiormente indebolite dall’emergenza Covid 19. I boss hanno, di fatto, messo in campo una forma di welfare per i ragazzi bisognosi che avevano perso il lavoro in una realtà economica già depressa. In particolare durante il lockdown il clan avrebbe organizzato un vero e proprio “banco di distribuzione di alimenti” destinato alle famiglie bisognose di Caivano, sostituendosi così allo Stato.

fonte:https://internapoli.it/camorra-di-caivano-arrivano-le-condanne-bis-per-i-gallo-angelino/