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Brindisi, torna il profilo TikTok con nomi dei pentiti e minacce ai parenti. Era stato oscurato dalla Dia

di Federico Conte – Il Corriere della sera

La denuncia, nella pagina foto, stralci di verbali e canzoni neomelodiche. L’allarme di Libera: «È una segnale del pericolo della sacra corona unita»

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Rispunta su TikTok una pagina contro i collaboratori di giustizia brindisini (con tanto di nomi, foto e offese rivolte anche alle loro famiglie) già rimossa su indicazione della Dia (Direzione distrettuale antimafia). La pagina aveva raggiunto 1.600 follower e 2.500 like. C’erano stralci di verbali, minacce ai parenti di chi ha scelto di collaborare con gli inquirenti e canzoni neomelodiche.

La Dia aveva dato disposizioni per la rimozione del profilo, ma è rispuntato. Sul caso di Brindisi è intervenuta l’associazione antimafia Libera Puglia, secondo la quale si tratta di «un ulteriore segnale della rinnovata presenza e pericolosità della Sacra corona unita e, più in generale, delle mafie nel sud della Puglia». La pagina riportava inizialmente «una cinquantina di video, foto dei primi collaboratori fino a quelli attuali e anche stralci dei verbali di collaborazione. Dopo alcuni omicidi e sparatorie, dopo le diverse minacce e intimidazioni persino all’indirizzo di esponenti della magistratura e delle forze dell’ordine – evidenzia Libera -, una notizia simile è ulteriore dimostrazione di quanto la Scu sia attiva anche sui canali di comunicazione social e di come li utilizzi sempre più per diffondere violenza, omertà e prepotenza».

La gip del tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano e la pm antimafia Carmen Ruggierosotto scorta da circa un anno dopo aver firmato gli atti dell’inchiesta The Wolf contro la Sacra corona unita, hanno ricevuto per mesi lettere intimidatorie con minacce di morte, e sono state vittime di tentativi di aggressione durante gli interrogatori. Davanti all’ingresso di casa della gip Mariano fu lasciata una testa di capretto insanguinata e infilzata con un coltello da macellaio, accompagnata da un biglietto su cui era scritto «Così». Per Libera «l’azione repressiva non risulta sufficiente a sradicare la Sacra corona unita, pertanto è necessario approfondire la complessità dei fenomeni mafiosi, la loro infiltrazione nel tessuto sociale, culturale ed economico, e porre attenzione al consenso sociale che le mafie ricercano e di cui ancora godono».

Fonte:https://lecce.corriere.it/notizie/cronaca/24_settembre_01/brindisi-torna-il-profilo-tiktok-con-nomi-dei-pentiti-e-minacce-ai-parenti-era-stato-oscurato-dalla-dia-5f5607e1-3ec6-4482-a15c-b1350fe63xlk.shtml