AMDuemila 25 Settembre 2024
La procura di Torino gli contesta il reato di associazione mafiosa. L’ex di Prima Linea fu coinvolto (poi archiviato) nel caso del delitto Caccia
“Dirigente della rete della ‘Ndrangheta in Piemonte”. E’ la valutazione che i pm Paolo Toso, Marco Sanini e Mario Bendoni della Dda di Torino fanno del calabrese Francesco D’Onofrio, 64 anni, originario di Mileto (Vibo Valentia), ex militante di Prima Linea e personaggio di primo piano del panorama criminale torinese. Il Gico della Guardia di Finanza, guidato dal Generale Carmine Virno, lo ha arrestato ieri insieme ad altre cinque persone nell’inchiesta “Factotum” realizzata nell’hinterland meridionale. Le Fiamme Gialle hanno eseguito un fermo per indiziato di delitto per associazione a delinquere di stampo mafioso e hanno perquisito l’abitazione di via Bellini. All’interno hanno rinvenuto una pistola calibro 38 che è stata immediatamente inviata agli specialisti della balistica per capire se e in quale circostanza sia stata usata. E non è da escludere sia stata adoperata per omicidi. D’Onofrio, secondo la Dda, avrebbe “promosso, favorito e partecipato a incontri tra associati di diverse articolazioni calabresi e piemontesi per intese, alleanze, spartizioni del territorio, richieste di interventi di mediazione o recupero crediti e per autorizzazioni a commettere delitti”. E il fermo è scattato perché aveva chiesto – pare – di eliminare il divieto di espatrio dal passaporto. Le manette sono scattate, perciò, per pericolo di fuga. Gli investigatori del comando provinciale della Finanza hanno individuato un “sodalizio radicato nella provincia torinese (in particolare nel carmagnolese), il quale – si legge in una nota del neo procuratore Giovanni Bombardieri – avvalendosi della forza d’intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne consegue – ha commesso una pluralità di delitti e ha acquisito (in modo diretto, mediante intestazione fittizia di società e imprese artigiane, e indiretto, attraverso servizi di “protezione” e “recupero crediti”, intermediazione di manodopera e ingerenza nei rapporti tra imprese del settore edile, operai, sindacati di categoria e cassa edile) il controllo di attività economiche nel settore edilizio”. Con riferimento a d’Onofrio sarebbe stato “il riferimento per appartenenti alla criminalità organizzata comune che intendevano ottenere avallo per la propria attività delittuosa. Egli risulta aver esercitato il proprio ruolo anche sovraintendendo alle attività dei partecipi del sodalizio carmagnolese nel settore dell’edilizia, e poi aver assicurato i sostentamenti finanziari per le spese legali degli associati e le loro famiglie”. Il nome di Francesco D’Onofrio è già noto alle procure del Nord. A Torino era stato arrestato e poi condannato nell’inchiesta Minotauro (dalla quale però riuscì a sottrarsi dall’accusa di 416 bis). A Milano, invece, era ritenuto convolto nell’omicidio del procuratore capo di Torino Bruno Caccia, avvenuto il 26 giugno 1983 per opera di un commando della ‘Ndrangheta. L’ex di Prima Linea però è stato archiviato a dicembre dell’anno scorso dal gup di Milano, su richiesta della procura, perché non ci sono prove per sostenere responsabilità penali in un processo. D’Onofrio, che si è detto estraneo al delitto del procuratore Caccia è così uscito dai radar dell’inchiesta definitivamente.
La famiglia Caccia aveva deciso di proporre opposizione all’archiviazione tramite l’avvocato Fabio Repici. Di D’Onofrio aveva parlato il collaboratore di giustizia Domenico Agresta che nei verbali resi alla Dda di Torino nel novembre 2016 aveva raccontato di aver appreso (in carcere e da fonti di elevata caratura criminale, tra queste anche il padre Saverio Agresta) che a sparare al procuratore fossero stati Rocco Schirripa (già condannato all’ergastolo con pronuncia definitiva) e proprio D’Onofrio. La procura di Milano però ha ritenuto che nulla di penalmente rilevante è emerso per avvalorare questa tesi.
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fonte:https://www.antimafiaduemila.com/home/mafie-news/229-ndrangheta/101946-arrestato-francesco-d-onofrio-per-i-pm-era-dirigente-della-rete-della-ndrangheta-in-piemonte.html