AMDuemila 10 Settembre 2024
L’onorevole Stefania Ascari ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al ministro dell’Interno per chiedere cosa il governo intenda fare in merio alla gravissimo attacco ai collaboratori di giustizia.
Di ciò ne abbiamo già scritto: l’agenzia delle entrate, che risponde direttamente al ministero dell’Economia e delle Finanze ha deciso di confiscare tutti quei soldi che servono ai ‘pentiti’ per rifarsi una vita dopo che hanno deciso di collaborare con lo Stato.
Questo rende la collaborazione del tutto impossibile dal momento che priva tutti i collaboratori dei più basilari mezzi di sostentamento.
Questa situazione era stata già denunciata, scrive Ascari nell’interrogazione, da Piera Aiello: “Il governo ha deciso che non vuole più collaboratori di giustizia”. “Tale affermazione, se confermata, potrebbe pregiudicare gravemente il funzionamento del sistema giudiziario e la lotta contro la criminalità organizzata, che in Italia si avvale storicamente delle testimonianze di collaboratori di giustizia per ottenere condanne significative nei confronti dei membri delle organizzazioni mafiose.
I collaboratori di giustizia sono una risorsa fondamentale per le inchieste contro la mafia, poiché forniscono informazioni dall’interno delle organizzazioni criminali che altrimenti sarebbero difficilmente accessibili alle forze dell’ordine e alla magistratura.
Un eventuale cambio di rotta nella gestione dei collaboratori di giustizia potrebbe comportare una minore efficacia nella lotta contro le mafie, mettendo a rischio anche la sicurezza di coloro che hanno deciso di collaborare con la giustizia, spesso a rischio della propria vita e di quella dei propri familiari” si legge nel testo.
Oltre a questo la situazione “descritta da Piera Aiello solleva preoccupazioni riguardo all’effettiva tutela e protezione garantita dallo Stato ai collaboratori e ai testimoni di giustizia, e potrebbe rappresentare una violazione dei diritti di queste persone. Lei stessa si sarebbe vista privare da parte del Servizio Centrale di Protezione della possibilità di avere, il rinnovo del medico di base, sulla base della giustificazione, talaltro errata, che la medesima non sarebbe più sottoposta a misure tutorie. Tale motivazione non corrisponderebbe al vero dal momento che la testimone di giustizia Piera Aiello è sotto scorta dal 30.07.1991.
Il mancato rinnovo del medico di base, costringerebbe Piera Aiello nell’impossibilità di curarsi, non potendo dichiarare il domicilio, altrimenti disvelerebbe dove abita e metterebbe in serio pericolo la sua persona e la sua famiglia”.
Alla luce di tutto ciò come risponderà il ministro dell’Interno?
La politica in merito ai collaboratori è stata modificata?
E “quali iniziative intenda adottare il Ministero per rafforzare il sistema di protezione dei collaboratori di giustizia e garantire loro un trattamento adeguato, rispettoso dei diritti umani e della loro sicurezza personale”?
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