Cerca

Alghero, minacce e affari opachi: l’ombra della camorra sul turismo sardo

4 Aprile 2025

Di Fulvio Miele

Una fotografia della spiaggia e poche parole scritte a penna: “Scegliti il punto dove scavarti la fossa”. È il contenuto di una lettera anonima recapitata alla titolare di un chiosco sul litorale di Alghero, capitale del turismo della Sardegna. Un messaggio inquietante, legato – con ogni probabilità – al suo rifiuto di cedere l’attività commerciale nonostante ripetute offerte d’acquisto a cifre fuori mercato.

La vicenda è solo l’ultimo segnale di un fenomeno che da anni cresce nell’indifferenza generale: la progressiva infiltrazione della criminalità organizzata campana nel tessuto economico e immobiliare di Alghero. A lanciare l’allarme, già nel 2013, furono due magistrati antimafia, Claudio Lo Curto e Mariano Brianda, dopo l’arrivo nel carcere di Bancali, a Sassari, di decine di detenuti al 41-bis legati alla camorra. Con i detenuti – avevano previsto – sarebbero giunte anche le famiglie.

Una colonizzazione silenziosa

Oggi, dieci anni dopo, oltre 50 locali commerciali nel centro storico di Alghero sono finiti nelle mani di soggetti riconducibili a famiglie camorristiche, in particolare i clan Madonna e Cinque. L’operazione è avvenuta sotto traccia, senza clamori. Le compravendite sono formalmente regolari, ma il meccanismo è ben noto: proposte d’acquisto molto generose, rifiuti seguiti da pressioni crescenti e, in alcuni casi, minacce esplicite.

I segnali sono chiari: auto incendiate, telefonate intimidatorie, acquisizioni sospette e un clima di omertà che pesa come un macigno. Anche sul fronte istituzionale il silenzio è assordante. Il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, si limita a un «non mi risulta» di fronte a una realtà che ormai coinvolge piazze, chioschi e ristoranti della città.

Una città in vendita

Tra le voci fuori dal coro c’è quella dello scrittore e operatore culturale Paolo Bellotti:

«Il timore è palpabile, ma negare non serve. Finora non è successo quasi nulla perché dove si investe denaro, la regola è evitare la violenza. Ma il futuro non mi lascia ottimista».

Anche l’avvocato Elias Vacca, ex parlamentare comunista, durante un convegno in memoria di Peppino Impastato, ha denunciato il rischio concreto che Alghero diventi terreno fertile per un’espansione mafiosa silenziosa e sistematica:

«Sappiamo tutti delle società acquisite, dei prestanome… forse è ora di svegliarsi».

L’indagine: nel mirino le concessioni balneari

Le forze dell’ordine non sono rimaste inerti. La DDA di Cagliari, insieme alla Guardia di Finanza e ai Carabinieri, ha avviato indagini sui patrimoni delle famiglie coinvolte, ricostruendo legami tra i detenuti e le nuove proprietà. Le acquisizioni avvengono quasi sempre a valori superiori al prezzo di mercato: un classico segnale di riciclaggio di denaro.

Secondo fonti investigative, l’obiettivo per il 2025 sono le concessioni balneari, che dovrebbero essere rimesse a gara secondo le nuove normative. I chioschi sul mare fanno gola e le offerte, anche per concessioni in scadenza, si moltiplicano.

Fonte:https://www.juorno.it/alghero-minacce-e-affari-opachi-lombra-della-camorra-sul-turismo-sardo/