Non ci sono stati un solo consigliere comunale dell’opposizione di centrosinistra al Comune di Formia, un segretario politico, un esponente qualsiasi del fronte dell’opposizione, che abbiano detto una sola parola sulle recenti dichiarazioni del Sindaco e del Presidente della Confcommercio-ASCOM di quella città a proposito del radicamento dei clan sul territorio.
Eppure di operazioni di polizia contro i clan insediati a Formia e sulle montagne di capitali investiti se ne contano ad iosa ormai.
Ed altre probabilmente ce ne saranno ancora.
L’ultima è quella effettuata stamane, 15 dicembre 2011 a Fondi e denominata “Tahiti”, nella quale sono coinvolti anche imprenditori residenti a Formia (sarebbe interessante scoprire per chi hanno votato e votano costoro) e che ha portato, peraltro, da parte del GICO e su disposizione della DDA di Napoli, al sequestro preventivo di beni per oltre 50 milioni di euro.
Ci saremmo aspettati una sollevazione da parte dell’intera opposizione al Comune di Formia, una protesta, una censura, un’interrogazione, manifesti.
Niente, zero assoluto.
Sono, questi, comportamenti che fanno pensare, che ci fanno dubitare della reale volontà di combattere, al di là della solita retorica e dei bla bla su Falcone, Borsellino e la cultura della legalità, efficacemente le mafie.
Mafie che, come si sa, non solo solamente quelle militari, che sparano, che rubano, che estorcono, ma, soprattutto, quelle dei cosiddetti “colletti bianchi” annidati nei partiti, fra i professionisti, nelle stesse istituzioni.
Ed allora, perché tanti silenzi?