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Vogliono distruggere la DIA???

La tela di Penelope.

La si tesse di giorno per disfarla la notte.

C’è un tema in Italia che non si vuole mai affrontare:

il coordinamento delle forze di polizia.

Si affronta la guerra andando sparpagliati, non a ranghi serrati.

Di fronte ad un nemico -le mafie – che agisce compatto, serrato, con un potere di fuoco eccezionale costituito da una rete di interrelazioni, di alleanze, rapporti, intese, eccezionali e da un potere economico, si va al fronte ognuno per conto proprio, in competizione l’uno con l’altro, senza un minimo di coordinamento.

Mille polizie, mille eserciti.

Si ha l’impressione che si voglia affossare l’ unico esperimento compiuto nel Paese con la costituzione di una struttura interforze – qual’è la DIA -, in cui Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza convivono –e convivono bene -, operando in maniera lodevole ed eccezionale.

Si ha l’impressione che, sotto la spinta di chi vuole probabilmente mantenere posizioni di egemonia o rendite di posizione, si voglia depotenziare una struttura unica che ha, peraltro, accumulato in 20 anni un patrimonio di esperienza e di conoscenze da far invidia a tutte le polizie del mondo.

E’ il destino triste dell’” italietta “ di Prezzolini che costruisce e scassa subito dopo, come la tela di Penelope.

La politica, come al solito, assiste inerte a un suicidio che potrebbe far cadere ogni residua speranza di vincere la battaglia contro le mafie.

Possibile che, anche a livello individuale se non proprio di elité politiche, economiche e sociali organizzate, non ci siano soggetti che abbiano il coraggio – e diremmo il senso dello Stato – di denunciare pubblicamente quanto si sta tentando di fare distruggendo, poco a poco, la DIA???