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Vogliamo, fortemente vogliamo essere gli antesignani di un SALTO DI QUALITA’ nella guerra contro le mafie

Vogliamo!
Vogliamo avere la presunzione, noi dell’Associazione Caponnetto, di essere gli antesignani di una “svolta” nel “modo” di approcciare il problema delle mafie nel nostro Paese e nel mondo.
Non per arroganza o per altro basso motivo, ma, al contrario, per essere coerenti con il nostro impegno a servire BENE ed in modo giusto ed efficace gli interessi di un paese in pena.
Quel ” SALTO DI QUALITA'” che è stato il tema dell’ultimo nostro Convegno a Terracina, in provincia di Latina, nel Lazio.
Qualità delle indagini, qualità dei processi, qualità delle associazioni, qualità della società civile.
Vogliamo e dobbiamo essere in grado di convincere tutte le persone in buona fede ed oneste di questo Paese che la corruzione e le mafie sono ormai la parte preponderante della società, quasi costitutive del potere.
Quasi, diciamo, per giocare al ribasso…
Lo ripetiamo per l’ennesima volta:
non abbiamo alcun disegno di apparire i più bravi, i più moderni, i più capaci nel saper o voler “leggere” una realtà che chiunque, volendolo, è in grado di leggere, una realtà drammatica che sta portando ad una graduale ma sempre più vistosa riduzione degli spazi di vivibilità civile e democratica per la maggioranza del Paese ed a vantaggio di pochi, realtà che vede
ormai le mafie diventare sempre di più padrone di tutto e di tutti.
Non vogliamo essere un’antimafia dei pannicelli caldi, delle parole vuote, dei racconti della nonnina, ma, al contrario, vogliamo essere una vera spina nel cuore dei mafiosi.
Non dei quaquaraquà, ma di quelli che contano, che comandano, che condizionano la vita della comunità.
Le mafie dei ” colletti bianchi”, degli invisibili, di coloro che gestiscono i destini miei, tuoi, dei nostri figli, dei nostri nipoti, delle generazioni non solo attuali ma soprattutto future.
Vogliamo essere pietra di paragone per mettere a nudo le contraddizioni, le carenze, le omissioni, le operazioni di piccolo cabotaggio.
Tutti i temi dei nostri convegni- chi vuole e sa leggerli può rendersene conto – sono improntati a questa filosofia e non solo i temi, ma anche l’identità ed i ruoli dei rispettivi relatori.
Persone di trincea – magistrati antimafia, rappresentanti delle forze dell’ordine qualificati, giornalisti d’inchiesta- tutta gente che giornalmente ha a che fare con i mafiosi che contano, coloro che siedono su scranni importanti, che manipolano e condizionano la nostra economia, la politica, le stesse istituzioni.
E’ a questi piani che bisogna guardare e indurre tutti gli altri a guardare.
Non è che non ci interessino i boss, quelli del livello militare delle mafie, i Riina, i Provenzano, i Mattia Messina Denaro, gli Schiavone, i
Setola, i Pelle e quanti altri di questa genia, ma vogliamo dare il peso giusto ad ognuno.
Qualche alto Magistrato di recente ha dichiarato: ” Riina non è il capo dei capi”.
Il “capo dei capi” va cercato altrove, ad altro livello e qualcosa, solamente qualcosa perché la verità è fortemente ostacolata nelle inchieste fatte ed in corso, sta venendo piano piano e con grandi difficoltà fuori nelle indagini per la famosa “trattativa” che, poi, “trattativa” non è per chi sa e vuole leggere bene le cose.
Un impasto purulento ed assassino fatto di pupi e pupari, nel quale ognuno ha un ruolo, quello dei pupi di eseguire e quello dei pupari di tirare le fila.
E’ a questi ultimi che bisogna puntare, se si vuole fare vera antimafia, con le INDAGINI e la DENUNCIA e non con le commemorazioni, il racconto di cose passate e generiche che pur sono utili per i disinformati e le anime belle, ammesso che ce ne siano ancora in giro.
Ecco, tutto qua.
Questo è il cammino e questi sono gli obiettivi della nostra Associazione, un sodalizio che vuole essere OPERATIVO e non parolaio, che vuole rendersi utile in questa guerra per la giustizia vera e per la libertà di tutti, anche di quella degli stessi mafiosi e dei loro figli.
A nostri amici chiediamo fatti e non parole, segnalazioni di nomi e cognomi e non analisi politiche o sociologiche che non servono ai fini pratici.
E’ duro ed impegnativo, ce ne rendiamo conto, ma stiamo parlando di mafie e non di bruscolini e per combatterle c’è la necessità di essere coscienti del fatto che si sta combattendo contro il “sistema” ed il “potere”.
Chi non è o non vuole essere convinto di questo, se ne stia a casa a parlare di altre cose e non di mafie.
Questa estate, mentre molti erano al mare o in montagna, alcuni di noi sono stati inchiodati alla scrivania a sollecitare notizie, a confezionare documenti, ad incrociare dati, a fare visure camerali, a scambiarsi informazioni, ad analizzare carenze ed omissioni.
Ora anche quelli che sono stati al mare o in montagna sono chiamati a dare il proprio contributo perché il nuovo anno che sta per arrivare sia l’anno della “SVOLTA” e del “SALTO DI QUALITA”.
Vogliamo essere -e vogliamo soprattutto che TUTTI diventino -un’antimafia vera e non solo delle chiacchiere: l’ANTIMAFIA DELLA DENUNCIA, nomi e cognomi. Solo facendo così potremo renderci utili al Paese, ai nostri figli e nipoti ed ai giovani tutti. </body> 15/08/2013
L´ASSOCIAZIONE “ANTONINO CAPONNETTO” IN PENISOLA SORRENTINA.
Il Giudice Antonino Caponnetto
di Salvatore Caccaviello
Da qualche mese è operante anche in penisola sorrentina una sezione dell’ Associazione nazionale contro le illegalità e le mafie “ Antonino Caponnetto”. L’azione principale dei volontari, oltre a controllare l’operato delle pubbliche amministrazioni, è quella di intraprendere iniziative di controllo ispettivo e di denunzia su eventuali investimenti di danaro in attività, sul territorio, di dubbia provenienza, come da traffici illeciti e malavitosi. L’Associazione Caponnetto può essere un punto di riferimento per coloro che animati di buona volontà, in modo concreto e tenace vogliono dare il loro contributo affinché l’opera delle Istituzioni sia sempre più efficace nel contrastare le infiltrazioni criminali nel tessuto economico della penisola sorrentina. Una tematica molto sentita da tanti cittadini perbene ed imprenditori onesti che chiedono di vivere ed operare nel rispetto delle regole. Il compito di contrasto alle associazioni malavitose e la loro eventuale infiltrazione nel tessuto sociale ed economico del nostro territorio non deve essere soltanto una prerogativa delle Forze dell’ Ordine, bensì deve partire dall’alleanza tra le forze civili e le Istituzioni. Per tale ragione che molti cittadini hanno già chiesto di aderire al “Circolo Giovanni Antonetti” sezione sorrentina dell’ Associazione Antonino Caponnetto la cui sede al momento si trova alla via Sant’ Antonino n.18 in Sorrento. – Proprio il ricordo della attività di controllo e di denuncia portata avanti, negli ultimi anni, con determinazione e tenacia, dall’indimenticabile giovane avvocato sorrentino ha spinto amici e cittadini ad intraprendere tale impegnativa iniziativa. Un’azione che può dare un contributo importante per incentivare la cultura della legalità lungo il nostro territorio. Attivarsi con decisione per promuovere e diffondere il rispetto delle regole, la trasparenza delle procedure, oltre ad essere di esempio alle nuove generazioni, è senz’altro il presupposto per costruire un futuro migliore. – salvatore caccaviello
Nel capire l’impegnativo compito che attende i componenti dell’Associazione Caponnetto pubblichiamo l’articolo di Elvio Di Cesare, Segretario Nazionale dell’ Associazione.
LA ” SCOMODITA’ “DELL’ASSOCIAZIONE CAPONNETTO “.
L’impegno che noi richiediamo ai nostri iscritti è gravoso ed eccezionale. Ce ne rendiamo conto perfettamente e non tutti sono disposti a farsene carico. Ma ce lo impongono le circostanze e la situazione in cui ci troviamo. Una situazione drammatica, oltremodo seria, che sta minando le basi stesse della nostra convivenza civile e della democrazia. Gli attacchi feroci che sta subendo il nostro Presidente onorario Dr. Antonio
Esposito in questi giorni sono la dimostrazione più lampante della drammaticità e della pericolosità di tale situazione. Le notizie che ci pervengono, inoltre, da vari territori del Paese in cui abitano i nostri iscritti e simpatizzanti ci fanno essere sempre più preoccupati. Le mafie, non la mafia – controllano ormai buona parte della nostra economia, della politica e delle nostre stesse istituzioni. Il Potere è in gran parte nelle loro mani. E non ci sono differenze ideologiche, di bandiere, di parte, che possano frenarne la loro azione che tende alla conquista definitiva del Potere assoluto. La corruzione è la loro arma vincente e sono pochi, sempre di meno, coloro che hanno la forza morale per restare fedeli ai principi della giustizia e del bene comune. Sempre di meno perché, grado a grado, i più fragili – che sono la maggioranza in un Paese in piena e gravissima crisi economica, morale, culturale e civile – cedono, crollano. In tutto ciò vanno cercate le ragioni del nostro rigore morale ed operativo. Il declamare, il raccontare cose del passato, il limitarsi alla genericità, il nascondersi dietro il saputo, il noto e lo stranoto, senza introdurre alcun elemento innovativo, rivoluzionario, il moderno e l’efficace, non contribuisce ad intaccare minimamente lo strapotere mafioso, il sistema mafioso. Se continuiamo così non andremo da nessuna parte e la nostra corsa verso il baratro sarà inarrestabile, irreversibile. Da qui la necessità impellente di cambiare rotta, di rendere la nostra azione sempre più efficace, moderna, adeguata ai tempi ed alle circostanze. Le nostre impostazioni, le nostre metodologie di azione, il nostro operare al di fuori degli schematismi tradizionali, senza pregiudizi di natura politica o personali, la nostra libertà da tutto e da tutti ci hanno posto su un crinale molto delicato ed anche pericoloso. Da una parte ci hanno fatto conquistare consenso ed apprezzamento dalla parte sana del Paese che sempre di più ci mostra la sua vicinanza e la sua solidarietà, dall’altra, però, ci hanno procurato tanta avversione, tanta inimicizia, tanto odio da parte di chi pensa al proprio “io”, ai propri interessi, politici o personali, al proprio “apparire”. Abbiamo subito nei 15 anni della nostra vita di tutto: insulti, dileggio, minacce, denunce, tradimenti, tentativi di delegittimazione, di strumentalizzazione politica e anche di infiltrazione da parte di boss. Siamo andati avanti, grazie al sacrificio personale, anche economico, di pochi di noi. Ed oggi siamo qua, sempre più forti, apprezzati dalle persone oneste e la nostra più grossa soddisfazione è quando Magistrati, alti Ufficiali e Dirigenti delle forze di polizia, giornalisti d’inchiesta, comuni cittadini, che sanno quello che noi facciamo e produciamo, ci incoraggiano ad andare avanti. Ci sono stati alti Magistrati ed alti Ufficiali che ci hanno detto e ci dicono spesso: “Se non ci fosse l’Associazione Caponnetto bisognerebbe crearla”. Il risultato di talune nostre iniziative è in taluni atti giudiziari, in alcune
ordinanze di custodia cautelare nelle quali il nome dell’Associazione Caponnetto figura in tutta evidenza. E’ il nostro orgoglio, anche se siamo consapevoli della pericolosità del nostro modo di agire. Ma noi siamo nati per fare gli interessi non personali e nemmeno politici di una parte o dell’altra, ma del Paese, dello Stato di diritto, dei cittadini onesti. Lavoriamo e vogliamo lavorare sempre di più a supporto di quelle parti sane della Magistratura e delle Forze dell’Ordine che sono fedeli al giuramento fatto di servire il Popolo e lo Stato di diritto e stanno in prima linea nel combattere contro l’illegalità e le mafie. Con i fatti e non con le chiacchiere. Quei magistrati e quelle forze dell’ordine hanno bisogno, per fare un lavoro efficace, di nomi e cognomi, suggerimenti, proposte, piste investigative, non di rievocazioni del passato, di analisi generiche, elucubrazioni sociologiche o storiche. Queste ultime cose si fanno nei salotti e non in trincea dove noi operiamo e vogliamo operare. Ecco perché noi parliamo di QUALITA’, di INDAGINE, di DENUNCIA, le nostre parole d’ordine. Non siamo nè vogliamo essere elitari, non ci riteniamo i migliori della classe. Siamo rispettosi di tutto e di tutti. Non si sentirà mai dalle nostre bocche una sola parola denigratoria nei confronti di tizio o caio. E’ nel nostro stile di vita, nella nostra storia associativa e, se me lo consentite, anche personale. Pulizia, rigore morale, serietà, coraggio, praticità, operatività ed efficacia nell’azione. Il nostro distintivo. Quello dell’Associazione Caponnetto, un’associazione che si ispira ad un grande Magistrato e che vede alla sua testa un altro grande Magistrato. – Elvio Di Cesare Segretario Nazionale associazione “Antonino Caponnetto”.
Inserito da: Salvatore Caccaviello