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Ville e motoscafi con i soldi del fisco. Operazione della Guardia di Finanza di Cassino

Automobili di lusso, villa in Costa Smeralda, rigorosamente unita ad potentissimo motoscafo. Il tutto condito da una multimilionaria evasione fiscale. La guardia di Finanza di Cassino agli ordini del capitano Vincenzo Ciccarelli ha denunciato tre persone a capo di una società di trasporti operante nel cassinate e nel pontecorvese.

I soggetti finiti nel mirino, o meglio sotto la lente delle fiamme gialle rischiano fino a sei anni di reclusione. Elementi sostanziali non corrispondenti alla dichiarazione dei reddito, insomma per l’anagrafe tributaria erano semplici imprenditori, nella realtà svolgevano una vita da «nababbi». L’indagine ha avuto la sua genesi nell’attività di controllo economico del territorio che le Fiamme Gialle effettuano quotidianamente. In particolare, i finanzieri avevano rilevato l’altissimo tenore di vita di un soggetto, che è poi risultato l’amministratore della società indagata, il quale utilizzava beni mobili ed immobili di altissimo prestigio e valore: tra questi autovetture di marca Ferrari, Porsche e BMW, ville sontuose in Costa Smeralda, appartamenti nelle vie della moda di Milano, motoscafi d’altura costosi milioni di euro. Le investigazioni hanno permesso di denunciare all’Autorità Giudiziaria cassinate tre persone per il reato di frode fiscale; nei confronti della società è stata accertata un’evasione della base imponibile di quasi 31 milioni di euro non dichiarati, nonché di oltre 300 mila euro di ritenute sul lavoro dipendente non operate o intascate e non versate. Si tratta di una classica fattispecie di «frode carosello» nel settore dei trasporti, attuata attraverso una lunga serie di società, tutte fittizie ed intestate a prestanomi, che scaricano ognuna sull’altra il carico tributario, senza che nessuna lo versi allo Stato. L’indagine, resa difficile dalla irreperibilità della documentazione amministrativo-contabile della società verificata, fatta sparire dai responsabili, è stata svolta facendo ricorso ad attività investigative tipiche della polizia giudiziaria, quali perquisizioni domiciliari presso le abitazioni dei soggetti e presso le sedi dell’impresa e di tutte le altre società collegate. Inoltre, sono state svolte indagini bancarie sull’intero territorio nazionale, nonché riscontri incrociati con le contabilità di altre imprese. L’input all’indagine fiscale è stata data dall’utilizzo dell’immenso patrimonio informativo a disposizione del Corpo della Guardia di Finanza, che ha permesso di incrociare una grande mole di dati acquisiti attraverso numerose banche-dati telematiche.
Vincenzo Caramadre

(Tratto da Il Tempo – Frosinone)