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Video choc del testimone di giustizia Ciliberto – UNA SOLA PAROLA :   V E R G O G N A !!!!!!

Video choc del testimone di giustizia Ciliberto che accusa Autostrade in un processo a Roma: mi han tolto la scorta per andare in Aula ad accusarli, mi vogliono morto e io ho lasciato tutto scritto a…

28 novembre 2018

Di redazione

Uno dei processi più importanti in cui si dovranno accertare eventuali responsabilità di Autostrade per l’Italia circa anche eventuali infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti per la realizzazione di pezzi di autostrade o cavalcavia è nelle mani del pm di Roma Francesco Dall’Olio. Il pm (non Dall’Olio ma il magistrato in senso lato ovvero chi doveva occuparsene e se ne è occupato in questi anni) ci ha messo un bel po’ di anni ma poi ha portato davanti al Gip Emanuela Attura tutti gli indagati.  

L’udienza si terrà il 6 dicembre. Dunque tra pochi giorni. Il principale accusatore degli odierni indagati nel procedimento penale davanti al Tribunale di Roma è Gennaro Ciliberto, 46 anni, testimone di giustizia sotto protezione perchè hanno provato nel tempo ad ucciderlo almeno in due circostanze. In una di queste si inceppo la pistola del killer. 

A questa udienza, quella del 6 dicembre a piazzale Clodio di Roma, secondo quanto denuncia Ciliberto guardandoci dritto negli occhi, dovrà andarci a piedi. Da solo. Senza scorta. Così avrebbero deciso. Chi? E perchè? Non si rischia di consentire a chi è stato accusato da Ciliberto di fargli del male? E perchè mai Ciliberto deve essere scortato ovunque ma non per andare in Tribunale? Ci sono troppe questioni poco chiare in questo procedimento penale a Roma. Ci sono troppe zone d’ombra in questo coacervo di interessi. Se Ciliberto è attendibile come testimone di giustizia, va protetto. Perchè è così che uno Stato serio affronta situazione serie. E la questione Autostrade, dopo il crollo del viadotto Morandi, è una vicenda troppo seria. Occorreva capirlo già con la strage del viadotto dell’Acqualonga, ma si sa in Italia persino i morti hanno un peso diverso. Se muoio 40 persone ad Avellino e sono pellegrini di Pozzuoli forse valgono di meno dei 43 morti del ponte Morandi? Ci sono troppo morti che pesano sulle nostre coscienze. Anche sulle coscienze di quei giornalisti che hanno la vista appannata perchè come diceva Edoardo Bennato in tempi davvero non sospetti la democrazia di questo Paese “è tutta pubblicità”. Ci sono troppi soldi che girano, troppi interessi opachi.


Quella che racconta Gennaro Ciliberto da 8 anni, se non di più, è una realtà inquietante. E lo è perchè lui muove accuse precise, fa contestazioni precise, riferisce nomi precisi, racconta fatti precisi e circostanziati, porta documenti o spiega dove andare a cercare prove di reati commessi nella realizzazione delle nostre autostrade, i nostri cavalcavia, quelli che cadono e fanno stragi. Ciliberto parla di mazzette, corruzione, legami tra camorristi e colletti bianchi. Se è un pazzo va internato in una Rems (le residenze mediche per i matti). Ma Ciliberto non muove  generiche accuse aleatorie. Questo non vuol dire che quel che dice è vangelo. Occorre certamente aspettare che la magistratura faccia il suo lavoro. E lo sta facendo. Oggi c’è maggiore sensibilità rispetto a questo tema. La carneficina del Ponte Morandi e quello che sta tirando fuori la procura di Genova circa omissioni e commissione di reati ha dell’incredibile, soprattutto perchè quello che si evince è una mancanza assoluta di vigilanza sui lavori di realizzazione o manutenzione di tratti di autostrada. Anche il processo in corso ad Avellino per la carneficina di altre 40 persone cadute con il bus dal Viadotto dell’Acqualonga verte sullo stato di manutenzione del bus caduto ma anche sulla manutenzione di quel tratto di autostrada o sui presidi di sicurezza. Ma si vedrà. Intanto, ascoltate quello che dice Ciliberto, testimone di giustizia considerato credibile e attendibile da 8 anni a questa parte, tanto da meritarsi la protezione dello Stato, una nuova identità, un lavoro e una scorta armata 24 ore su 24.

Se avessero preso seriamente in considerazione quello che vado dicendo da 7 anni alle procure di mezza Italia, forse oggi non saremmo qui a piangere decine di vittime sulle autostrade italiane. Siamo l’Italia del giorno dopo, invece di prevenire certe tragedie come Genova ci piace piangere i morti e fare i processi su quello che potevamo fare prima ma che non abbiamo fatto”. Ciliberto da tempo non può più usare il suo nome ma gli hanno dato una nuova identità, il suo luogo di residenza è “località nota al servizio centrale di protezione”, scappa da una città all’altra perché l’hanno minacciato di morte ed hanno provato ad ucciderlo nel corso di una finta rapina. Non ha più una famiglia. Racconta presunte  (si dice così perchè i fatti che lui racconta devono essere accertati dalla magistratura inquirente e giudicati da un giudice terzo) manipolazioni di appalti per la realizzazione di autostrade, corruzioni, giri di mazzette, infiltrazioni di ditte della camorra negli appalti per costruire ponti e cavalcavia di autostrade e soprattutto spiega perchè molte di queste opere rischiano di cadere. E cadono. Come è accaduto, in ultimo, con il viadotto della Polcevera o Ponte Morandi, facendo strage (43 morti a Genova) tra gli automobilisti. Noi vi offriamo questa lunga intervista realizzata in una località protetta in cui racconta fatti di cui è a conoscenza, presunti reati che lui ha denunciato in più procure. Il 6 dicembre, quando dovrà andare in Tribunale a Roma, dove troverà sul banco degli accusati persone che lui ha fatto arrestare o che ha messo nei guai.

L’ufficio legale che segue Gennaro Ciliberto, lo studio Legale Pisani, ha fatto sapere che avrebbe denunciato in ogni sede questo comportamento di organi dello Stato che mettono in pericolo di vita un testimone che ha reso un servizio alla giustizia. Ed avvisano che assieme al loro assistito hanno depositato nelle mani di un notaio una dettagliata relazione su quanto sta accadendo… Insomma, siamo solo all’inizio di una battaglia legale. Che coinvolge tanti soggetti. 

 

fonte:https://www.juorno.it/