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VERGOGNA !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! ANTIRACKET ED ANTIMAFIA NON DEBBONO ESSERE UN BUSINESS

Associazioni antiracket.“Salvini, ferma i fondi”. E’ business no lotta a mafia

L’Antiracket? Bisogna raderlo al suolo. Parola di Franca Decandia, l’eroina antimafia, quella vera, che ha denunciato l’ultimo scandalo in Sicilia

Mercoledì, 31 ottobre 2018

di Antonio Amorosi

E’ stata una denuncia di Franca Decandia, presidente onorario dell’associazione Anvu (Associazione nazionale vittime usura estorsione) a fare arrestare Salvatore Campo, il presidente dell’Associazione Siciliana Antiestorsione (A.SI.A.), l’ennesimo caso che sta sconvolgendo l’associazionismo delle vittime di mafia e usura. E non è un evento isolato.

Campo è indagato dalla procura di Catania per peculato, falso ideologico ed estorsione continuata nei confronti di alcune vittime del racket. La sua associazione faceva da tramite nella domanda di aiuto allo Stato ma poi, a detta degli inquirenti, pretendeva denaro, tutt’altro che rimborsi. Erano pretese economiche che oscillavano tra il 3 e il 5 % del beneficio concesso dalla legge alle vittima che se si ribellava vedevano scattare le intimidazioni, scrivono gli inquirenti. Campo si è dichiarato innocente e di “cadere dalle nuvole. Non ho mai chiesto soldi”.

 

E’ un sistema”, insiste da anni Franca Decandia. Così le abbiamo chiesto di spiegarci perché. Violentata dai suoi aguzzini in seguito a minacce che ricaddero anche sulla sua famiglia, Franca Decandia fu un simbolo di rinascita della lotta alle mafie e all’usura a metà degli anni ’90, lì denunciò e costituì l’Anvu finendo ripetutamente su su tutti i giornali e le tv europee. Nel 1998 ricevette la medaglia d’argento del Premio internazionale Antiusura, Papa Giovanni Paolo II ebbe quella d’oro. L’8 marzo 1996 le europarlamentari italiane la premiarono come “Eurodonna 1996 per il coraggio”.

 

Quello di Salvatore Campo è un modello, non un caso. L’anno scorso a maggio sono andata a Catania e l’ho denunciato perché alcune vittime ci avevano segnalato questa aberrante gestione. Il coraggio è stato il loro che hanno confermato quanto mi avevano raccontato. Sono orgogliosa di averlo fatto ma non è un caso isolato?

 

Ci spieghi meglio…

L’80% delle associazioni che si occupano di chiedere fondi al ministero fanno la stessa cosa. Le associazioni spendono soldi per stipendi esorbitanti dati ai presidenti, ai segretari e a chi ci lavoro, pagano poi i collaboratori amici, gli avvocati e il loro entourage cifre spropositate. Servono a questo non a combattere l’usura o le mafie. Non sono tutti scemi come me che per anni ho speso i miei soldi nell’associazione antiracket senza chiedere nulla o come il nostro avvocato Monica Nassisi che sta spendendo il suo denaro per seguire una vittima.

 

Eppure lo Stato spende milioni di denaro pubblico per aiutare le vittime di usura…

Milioni di euro. Le vittime aspettano anni se non decenni e le associazioni prendono le percentuali e fanno i convegni. E’ un mondo che va raso al suolo.

 

Ah si!? Cosa direbbe al ministero dell’Interno Salvini? Questo governo si è dichiarato ‘del cambiamento’…

Che in Italia ha tutto in mano l’antimafia milionaria. E’ un mondo che va davvero raso al suolo se si vuole cambiare qualcosa. Gli chiedo di bloccare i fondi, i tavoli di lavoro. Lì non si parla di vittime e di problemi ma di progetti e soldi. E’ diventata spartizione. Se si vuole fare antimafia la si deve fare come volontariato, non facendosi pagare. Sono d’accordo con Gratteri. Ci possono essere i rimborsi ma non più di questo.

 

In molti casi quindi è diventato un business?

Ci sono strutture nate come aziende, non sono associazioni. Servono a fare girare denaro per loro. Chi è stato vittima di usura diventa quasi secondario ma solitamente sono persone rimaste senza un euro neanche per mangiare.

 

Ma le associazioni non sono tutte uguali…

Certo, ci sono anche quelle su cui non c’è niente da dire ma saranno il 10, il 20%. Le associazioni di cui invece critico le modalità servono a fare montagne di convegni. Ad esempio: a cosa è servito quello nel 2017 in cui una struttura della Fai (Federazione delle Associazioni Antiracket, ndr) fondata da Tano Grasso (ora è presidente onorario) ha invitato Camilla Parker Bowles? Un mistero. Perché invece non aiutare velocemente le vittime ferite a morte che aspettano per anni!? Tano Grasso è il padre dell’antiracket ma non per questo la sua associazione può determinare le politiche di commissari e sottosegretari. Col centro sinistra è sempre stato così. Col centrodestra andava in modo alterno. Le associazioni cercavano di legarsi a quelli che erano più sensibili. Ma niente cambia e tutto è bloccato da questi poteri.

 

Ma lei ha mai provato a dirle pubblicamente queste cose?

Le dico da anni nel silenzio generale. I media si chiudono. Nessuno scrive più una virgola. L’Antiracket fa fare carriera. Giri per i convegni, acquisti potere, quel potere di un certo mondo associativo che è gigantesco. Se racconti i fatti come ho fatto io, agli agenti, ai ministeri, ai giornalisti, ai responsabili delle strutture dello Stato, ai politici, ai commissari, vieni escluso da tutto. Non ti parlano neanche più e mi riferisco alle istituzioni.

 

Cosa si dovrebbe fare?

Intanto bloccare tutto. Tanto principalmente è business. Dare invece priorità ad aiutare le vittime, velocemente. E’ con questi successi che lo Stato vince e la mafia perde, non con i convegni dove si dice che esiste la mafia. Cose ridicole. E imporre che chi fa antimafia la faccia come volontariato, non ci campi. Anche noi speriamo nel cambiamento ma per adesso tutto continua nella medesima direzione.

Fonte:www.affaritaliani.it