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Ventotene: un’isola devastata dall’abusivismo edilizio

Ventotene isola perduta
Una comunità allo sbando per colpa dei suoi amministratori

Un anno fa una frana uccideva a Cala Rossano Sara Panuccio e
Francesca Colonnello, due bambine quattordicenni in gita scolastica, ferendo
gravemente anche Athena Raco, una loro compagna. Cos’è cambiato da allora?
Tutto. E niente.
La Magistratura ha rinviato a giudizio per duplice omicidio e lesioni
gravissime il sindaco dell’isola Giuseppe Assenso, reo secondo i PM di
negligenze e omissioni gravissime, insieme ad altri amministratori comunali
e
regionali. Lo stesso sindaco però gestisce direttamente gli oltre sei
milioni
di euro concessi dal Ministero dell’Ambiente per la messa in sicurezza
dell’isola, impresa tutt’altro che semplice visto che appena due settimane
fa
una nuova frana si è verificata a Cala Battaglia, fortunatamente senza
vittime
(era notte fonda), e solo sei giorni fa un nuovo crollo al Marillo, presso
la
spiaggia di Cala Nave, per poco non investiva uno degli addetti alla pulizia
della spiaggia.
La Regione Lazio ha emanato un nuovo Piano di Assetto Idrogeologico (PAI),
che
ha classificato tutta la fascia costiera, fino a 150 metri dal mare, e molte
altre aree ad elevato rischio di crollo. Ciò ha di fatto interdetto
l’accesso
anche ai siti archeologici, all’isolotto di S. Stefano e al nuovissimo museo
della migrazione a strapiombo sul mare (che tanto non sarebbero stati
visitabili lo stesso, visto che alle guide ufficiali non è stata rinnovata
la
convenzione con il Comune). Ma non ha scoraggiato l’abusivismo edilizio:
appena
ieri un blitz della Guardia Forestale ha sequestrato l’abitazione di un noto
antiquario di Roma che si era scavato le finestre direttamente sulla
falesia!
Infine, tra le proteste di Verdi, WWF e cittadini, un mese fa il Consiglio
comunale ha approvato a larghissima maggioranza il progetto per lo scavo di
un
tunnel faraonico nel tufo per favorire il traffico di auto private.
È passato un anno da quel tragico 20 aprile. Oggi Ventotene è
irriconoscibile:
un’isola fantasma senza i bambini dei campi scuola, senza i turisti, piena
solo
di ponteggi e cartelli di divieto di accesso. Soltanto una cosa sembra
essere
rimasta la stessa, l’insensibilità e l’incapacità dei suoi amministratori
che,
tra un bunga bunga di fine anno ed un’indagine della Corte dei Conti ancora
oggi si baloccano con gli appalti per rifare strade e piazze, fingendo – per
richiamare i turisti – che non sia successo nulla, e chiedendo anche il
silenzio ai genitori di Sara e Francesca.

(Tratto da Telefree)