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Venti immobili sequestrati alla ‘ndrangheta ad Anzio-Nettuno

Latina, 23-03-2006

VENTI IMMOBILI E PARECCHI CONTI BANCARI, TUTTI INTESTATI A PRESTANOME, SONO STATI SEQUESTRATI ALLA ‘NDRANGHETA AD ANZIO NETTUNO DALLA GUARDIA DI FINANZA, MENTRE I CARABINIERI DEL ROS DI ROMA E DELLA COMPAGNIA DI SOVERATO ESEGUIVANO ALTRI 18 ORDINI DI CARCERAZIONE EMESSI DALLA PROCURA FDISTRETTUALE ANTIMAFIA DELLA CAPITALE

E’ un’ulteriore prova di quanto sia radicata la presenza mafiosa nel Lazio. Un cancro determinato in parte dalla disattenzione al fenomeno della gente e, diciamolo, anche da talune complicità, soggettive od oggettive a seconda dei casi, ai livelli politico-istituzionali.

Quando noi diciamo, purtroppo inascoltati, che, per sconfiggere le mafie, bisogna soprattutto investigare gli ambiti politici e delle istituzioni, taluni ci deridono, mentre altri gridano allo scandalo e ci accusano di… . terrorismo oltreché di sfascismo!

Poi ci si accorge, quando però è troppo tardi, che avevamo ragione.

Il fenomeno mafioso nel Lazio è così radicato, così invasivo, che non bastano più le operazioni di polizia per sradicare la malapianta. La corruzione, il degrado morale e civile, l’illegalità sono ormai così diffusi che non è più possibile, se non con una mobilitazione generale delle menti e delle coscienze che veda tutti impegnati, dalla chiesa, ai sindacati, alla scuola, a tutte le agenzie educative, sconfiggere le mafie. Su questo stesso sito abbiamo pubblicato un articolo di Giorgio Bocca che suggeriamo a tutti di leggere. I toni trionfalistici di chi ha sparato con enfasi la notizia delle operazioni ad Anzio e Nettuno dei GICO e dei ROS sono giustificati fino ad un certo punto. Tali operazioni, infatti, hanno colpito i malviventi ed i loro complici più esposti, ma non hanno minimamente toccato quella vasta rete di persone cosiddette perbene che, annidate nelle pieghe dei partiti, delle istituzioni, di taluni uffici, di talune banche, che in un modo od in un altro, rilasciando un’autorizzazione od una concessione edilizia, non segnalando una movimentazione finanziaria od un passaggio di proprietà, hanno aiutato i mafiosi.

E’ quel terreno zuccheroso di una società in gran parte avvezza al malaffare ed abituata a tacere, nella speranza per alcuni di trarre prima o poi dei vantaggi personali, per altri di… non mettersi nei guai.

Dilaga in questi giorni la polemica su alcune dichiarazioni rilasciate da Luciano Violante e che riguardano i “mafiosi intorno al premier”. Violante è un politico intelligente ed è stato un Magistrato dai tanti meriti. Ma ormai il discorso non riguarda più solamente i Dell’Utri, i Mangano e quant’altri o, diciamocelo, una parte politica. Ci sono anche complicità, magari non diffuse come nell’altra parte, complicità che riguardano solo alcune persone e non l’intero impianto, a sinistra. Potremmo citare dei casi, anche recenti, che hanno riguardato alcuni comuni laziali: Ceccano, Sabaudia, Pomezia ecc.

Il Basso Lazio notoriamente è un territorio infiltrato dalle mafie: Non parliamo di Roma, crocevia di tutte le mafie nazionali ed internazionali. Dalla capitale fino al Garigliano, con tutto il Frusinate, camorra, cosa nostra, ’ndrangheta e mafie cinesi, albanesi, russe, rumene e chi più ne ha più ne metta, spadroneggiano, investono, comprano, costruiscono. Abbiamo lavorato in questo ultimo periodo su Ardea, Pomezia e sul litorale romano e stiamo ancora raccogliendo elementi che, poi, passeremo alla DNA. Bene, abbiamo trovato comunità siciliane che eleggono con i loro voti dei consiglieri comunali, persone che fino a pochi anni fa morivano quasi di fame ed arricchite improvvisamente e così via. In provincia di Latina abbiamo trovato fra i nominativi dei soci di una Banca una persona nota alle forze dell’ordine per “traffico internazionale di banconote e titoli di stato esteri ed italiani di provenienza illecita e truffa finanziaria internazionale” “attività illecita patrocinata dal clan MALVENTI in Campania. La Banca d’Italia non ha fatto alcun controllo in quella Banca, almeno fino a qualche anno fa. Situazioni da far tremare i polsi per le loro dimensioni.

BORGHESIA MAFIOSA. QUELLA “ZONA GRIGIA” FATTA DI TECNICI, IMPRENDITORI E POLITICI CHE CONDIVIDONO CON LA MAFIA SEMPRE NUOVIINTERESSI COMUNI, titola in prima pagina l’ultima edizione di ANTIMAFIA 2000. Proprio in questi giorni, trattando il “caso MOF di Fondi” e l’assalto della camorra sul litorale di quella città, abbiamo dovuto subire l’attacco di alcuni esponenti politici di destra. PERCHE’???