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Vedova e amante uccisi. E’ la vendetta del clan camorrista. Anche se l’episodio è vecchio, è utile ricordarlo perché riguarda persone del sud pontino

Vedova e amante uccisi. E’ la vendetta del clan camorrista

La donna colpevole di avere voluto sfidare il codice d’onore dei Casalesi

NAPOLI – Per il clan, la relazione tra la vedova di un camorrista e un altro uomo andava punita con la morte. E la vendetta della camorra e’ arrivata per mano di un amico di infanzia dell’amante della donna che aveva osato sfidare il “codice d’onore” dei Casalesi, lo stesso che ora ha deciso di collaborare con la giustizia consentendo di ricostruire movente e modalita’ del duplice omicidio. Dario De Simone, il “pentito” che ha permesso di far luce sulla scomparsa di Luigi Griffo e Paola Stroffolino (vedova del boss Alberto Beneduce ucciso in un agguato) avvenuta nell’agosto del ’93, ha guidato gli inquirenti in un podere a Giugliano, nel Napoletano, dove in un pozzo sono stati rinvenuti i resti (confermati dal test del Dna) della coppia. De Simone ha raccontato che cosa avvenne quando i vertici del clan dei Casalesi, che “controlla” il Casertano, decretarono la condanna a morte dei due. Il compito fu affidato proprio a De Simone, la cui fedelta’ fu messa alla prova: Griffo era un suo amico. Proprio questa circostanza permise al “pentito” di incontrare con un pretesto la coppia e di condurla in una masseria a Villa Literno dove uccise l’uomo con un colpo alla testa e la donna alla fronte. Poi, aiutato da altri due affiliati al clan dei Casalesi, Vincenzo Zagaria e Sebastiano Panaro, scaravento’ i cadaveri in fondo ad un pozzo molto profondo in localita’ “Masseria del Pozzo” a Giugliano. Dietro il duplice omicidio – si sottolinea in una nota della Direzione distrettuale antimafia – la vendetta contro chi aveva infranto “una regola d’onore” del clan, che ritiene intoccabili le donne e finanche le vedove dei capi. Mandanti dell’uccisione di Luigi Griffo e Paola Stroffolino sono ritenuti Walter e Francesco Schiavone, rispettivamente fratello e cugino del “boss” Francesco, soprannominato “Sandokan” e di recente divenuto padre di una bambina concepita durante la latitanza, nonche’ Vincenzo e Michele Zagaria, Domenico e Francesco Bidognetti, tutti destinatari di una ordinanza di custodia del gip Ceppaluni. Il provvedimento riguarda inoltre Panaro, Giovanni Pirozzi e Domenico Lama, quest’ultimo accusato di aver procurato l’arma del delitto a De Simone. Nell’ambito dell’inchiesta, sono stati arrestati la scorsa notte dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta, Giovanni Pirozzi e Domenico Lama, mentre gli altri destinatari dei provvedimenti sono tutti gia’ detenuti per altre vicende.

(Tratto dal Corriere della Sera)