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Varato il nuovo codice antimafia, un passo avanti e dieci indietro

Al varo il nuovo codice antimafia, stralciati i primi 10 articoli

Entrerà in vigore il 7 settembre prossimo il nuovo “codice antimafia” approvato questa mattina dal Consiglio dei Ministri. Ad annunciarlo il ministro degli Interni Roberto Maroni e il neo ministro della Giustizia Nitto Palma che tributano il merito anche all’ex guardasigilli Alfano.

L’intento è di unificare le varie norme che regolano il contrasto alla criminalità mafiosa al fine di semplificare e di razionale la corposa mole legislativa in continuo divenire spesso causato dall’emergenzialità con cui è stato da sempre affrontato il peggior cancro del nostro Paese.
Il codice è suddiviso in 5 libri con una particolare attenzione al 2° che prende in esame “le misure di prevenzione”. E’ noto che il governo  in carica e in particolare il ministro Maroni hanno posto al centro del puntuale snocciolare l’elenco dei meriti il sequestro di ingenti patrimoni ai mafiosi, non è quindi una sorpresa che il tema occupi uno spazio preponderante nel documento. Tuttavia la prima bozza di interventi era già stata oggetto di diversi rilievi anche da parte delle associazioni maggiormente impegnate su questo aspetto come Libera e il Centro Pio La Torre, che avevano chiesto di “fermarsi a riflettere”, al fine di “armonizzare” la legislazione vigente ed evitare di fare pericolosi passi indietro.
Oggi il ministro Palma ha spiegato che sono stati presi in considerazione i molti “desiderata del Parlamento accogliendo 11 delle 41 proposte giunte dal comitato per il coordinamento e delle varie commissioni e in particolare è stato accolto lo stralcio dei primi 10 articoli che verranno poi varati con un ddl dopo l’entrata in vigore del Codice”.
Lo stralcio è stato accolto con favore dal centro Pio La Torre poiché gli articoli in questione affrontano norme penali e sostanziali tra le quali quella che cancellava dall’ordinamento giuridico la legge Rognoni-La Torre, fermo restando che si dovranno considerare le modifiche nel merito.
Ha votato contro l’Italia dei Valori che per bocca del capogruppo in Commissione Giustizia, il senatore Luigi Li Gotti ha spiegato: “Lo schema di decreto legislativo contiene numerosi errori, in numero di 45, evidenziati in un corposo documento. Senonché il governo, ancora prima di leggere le critiche, ha già fissato di licenziare definitivamente il decreto pur avendo tempo fino al 7 settembre”.
Per sapere se il nuovo codice sarà all’altezza di fronteggiare lo strapotere delle mafie, oggi la prima azienda d’Italia, bisognerà attendere di poterlo analizzare nel dettaglio, ferma restando l’esigenza di una urgente legislazione unica antimafia.

(Tratto da Antimafia Duemila)