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Usura nel Lazio. Fra gli arrestati anche tre del clan Casamonica

OPERAZIONE DEI CARABINIERI

Blitz contro gli usurai di Roma Sud, in manette tre del clan Casamonica. Sequestrati beni per 15 milioni di euro: palazzine, edifici industriali, ville e numerose auto di lusso

ROMA – Tre persone arrestate per estorsione e usura e beni sequestrati per oltre 15 milioni di euro: è il bilancio di un’operazione dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati contro la storica famiglia di zingari stanziali Casamonica che a Roma conta più di 400 componenti.
Il blitz è scattato all’alba di lunedì quando circa 300 militari sono intervenuti tra Ciampino e Roma per sequestrare terreni e immobili – intere palazzine – fabbricati industriali e una grande villa in via Lucrezia Romana.

LA FERRARI IN GARAGE – I carabinieri hanno effettuato un’accurata ispezione anche all’interno di una sorta di tenuta protetta da alte mura di cinta. Le accuse sono quelle di estorsione ed usura con l’aggravante della violazione delle norme antimafia. Tra i beni sequestrati anche conti correnti e auto di lusso, in numerosi garage, tra cui una Ferrari. Sono in corso molte perquisizioni nella periferia sud della Capitale.

COPPIA A DELINQUERE – In manette con l’accusa di usura ed estorsione sono finiti una coppia – R.C. 60 anni e L.L., sua coetanea – moglie e marito, e un terzo uomo, C.D., 58 anni, tutti appartenenti al clan dei Casamonica. Le indagini sono scattate a settembre, quando un imprenditore di Ciampino si è rivolto allo sportello antiusura della Provincia di Roma per chiedere aiuto. Il colloquio si è trasformato in una denuncia ai carabinieri e ha fatto scattare una serie di accertamenti, che hanno permesso di individuare numerose proprietà che fanno capo ai tre.
I militari hanno sequestrato anche una villa a Zagarolo, una a Bracciano e un altro immobile. I carabinieri sospettano che il giro di usura riguardasse numerosi altri imprenditori e stanno indagando per accertarne le dimensioni, invitando tutte le vittime di usura ed estorsione a denunciare.

22 febbraio 2010

(Tratto dal Corriere della Sera online)