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Usura, l’hinterland è malato

da Latina Oggi Mercoledì 8 Marzo 2006

 

 

Sono 130 mila le persone che nel 2005 sono cadute in mano ai “cravattari’

Usura, l’hinterland è malato

La provincia romana è la residenza delle nuove ‘vittime’

Dal litorale ai Castelli, la mappa di un fenomeno che sta crescendo

 

 

 

USURA in italiano significa: eccessivo interesse richiesto per una somma data in prestito.

E nel tempo quell’eccesso è diventato un fenomeno che ha mietuto vittime e generato tragedie. Un fenomeno .che, nella provincia romana, ha visto nel 2005 un incremento di reati denunciati del 16,5% (142 in tutto) insieme a un aumento delle vittime dell’usura di 130.000 persone. Oggi una ricerca svolta dall’assessorato provinciale alla Lotta all’usura e dal dipartimento di statistica della Sapienza ha tracciato l’identikit delle vittime dell’usura nei territori dell’hinterland capitolino. Hanno tra i 40 e i 60 anni, sono soprattutto operai, casalinghe, impiegati e lavoratori precari, sposati e con figli a carico. E mappate sono anche le ragioni per cui si cerca sostegno con un metodo che alla lunga svilisce,v schiaccia, rende impotenti a qualsiasi reazione. Nel 90% dei casi c’è chi ha raggiunto il sovraindebitamento per cause svariate: nel 55% dei casi c’è chi chiede un prestito per l’acquisto dei beni primari per la casa, nel 25% per l’accensione di un mutuo. Numeri alti, statistiche preoccupanti quelle presentate ieri mattina a palazzo Valentini durante l’incontro «Monitoraggio del disagio sociale e rischio all’usura nella provincia di Roma» alla presenza, tra gli altri, del vice procuratore Antimafia, Luigi De Ficchy, gli assessori provinciali alla Tutela dei consumatori e alla Sicurezza, rispettivamente Roberto Petrassi e Francesco Bozzi, il difensore civico Ottavio Maretta, il docente del dipartimento di Statistica della Sapienza Enzo D’Arcangelo, il vice presidente della fondazione Salus popoli monsignor Carmine Recchia. Un identikit che trova residenza nell’hinterland romano senza molta differenza se al mare o ai Castelli romani. Le statistiche indicano una mappa molto vasta che si spinge dai Comuni considerati «più a rischio usura»: Anzio, Nettano, Pomezia, Ciampino, Lanuvio ma anche Fiumicino, Civitavecchia, Ardea, Ladispoli e S.Marinella. «Comuni – ha spiegato Petrassi – che più risentono della vicinanza con Roma e, dunque, della sua ‘vivacità’ economica. Si tratta per lo più di aree, caratterizzate da un maggior sviluppo produttivo e un alto tasso di criminalità generale». Fino ai Comuni considerati «a rischio medio-alto»: Frascati, Marino, Castel Gandolfo, Genzano, Albano, Colleferro, Tivoli. E ancora quelli «meno esposti» al fenomeno: Nemi, Fiano romano, Velletri, Cerveteri, Ariccia, Rocca di Papa, Montecompatri. «Un dato preoccupante è che tra le vittime dell’usura aumenta il numero degli under 40, dei single, delle famiglie monoreddito e degli studenti» ha detto l’assessore alla Tutela dei consumatori Petrassi. Così come cambiata è anche la figura dell’usuraio: il tradizionale “strozzino” ha ceduto il testimone ai cosiddetti “colletti bianchi”, ovvero coloro che operano all’ombra di banche e finanziarie per arrivare poi alla criminalità organizzata radicata nelle aree con maggior sviluppo economico e sociale. «In questi territori, che rappresentano il 40% della popolazione della provincia – ha concluso Petrassi – è : necessario un intervento diverso, orientato all’assistenza socio sanitaria». Per l’assessore provinciale alla sicurezza Francesco Bozzi «bisogna agire sul problema della casa, una delle principali cause dell’indebitamento». La politica nazionale deve dunque impegnarsi a dare, rispetto a questa esigenza, risposte esaurienti e in tempi più stretti.

 

Laura D’Amore