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Usura in provincia di Frosinone. Brillante operazione della Guardia di Finanza del Col. Salato

«Con questi sequestri si chiude la prima fase dell’operazione ”Moneylender”. Ma riguardo all’usura abbiamo in corso un’altra trentina di indagini». Lo ha sottolineato ieri il colonnello della Guardia di Finanza di Frosinone, Giancostabile Salato: negli stessi minuti le pattuglie delle fiamme gialle stavano ancora apponendo i sigilli a beni mobili e immobili, per un valore complessivo stimato sui 5 milioni di euro, secondo la ricostruzione degli investigatori intestati o riconducibili ai cugini Marcello e Antonio Matassa, imprenditori di Pontecorvo di 36 e 47 anni, arrestati nel settembre scorso insieme ad altre tre persone perché ritenuti esponenti di un sodalizio dedito all’usura e all’estorsione ai danni di commercianti della zona nonché all’esercizio abusivo del credito. Nell’ambito della stessa inchiesta, sono state già denunciate a piede libero otto persone. I sequestri sono stati disposti dal Gip di Cassino dopo indagini patrimoniali della Finanza, accertamenti tesi a ricostruire i flussi economici-finanziari dei due cugini, ancora in carcere, e verifiche incrociate con le dichiarazioni dei redditi. I proventi, quindi i ricavi, frutto dell’attività usuraia sarebbero stati così investiti nei beni individuati e sottoposti a sequestro preventivo: si tratta di 5 complessi immobiliari, tutte ex scuole di Pontecorvo (Colle Alto, Cappella delle Rose, Traversa, Melfi e Sant’Oliva), venduti dal Comune tramite asta pubblica; e ancora 5 terreni, 4 società e quote, 11 conti correnti bancari, anche a Torre del Greco, di cui uno sarebbe intestato a un latitante considerato vicino ai Casalesi, 4 auto di lusso, tra cui una Porsche e 2 Bmw, e vari automezzi industriali. Il tutto per un valore di circa 5 milioni di euro. Stando all’indagine, in quest’ultima fase sarebbero emersi «collegamenti» con la criminalità locale e organizzata, aspetto che spinge gli inquirenti a compiere ulteriori approfondimenti. Il sodalizio, secondo quanto emerso dall’inchiesta, arrivava a chiedere sui prestiti concessi alle vittime interessi anche fino a 900% annui: le fiamme gialle hanno riscontrato un giro usuraio di 5 milioni di euro.
Stefano De Angelis

(Tratto da Il Messaggero)