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Urli, urli…

STRILLI, STRILLI, MA CHI TI SENTE?
Anni ed anni di urla, di suppliche, di raccomandazioni:
cambiate modo di approccio alle mafie, aggiornatevi, fate di esse una lettura più attenta e puntigliosa, studiatene l’origine, la storia, le evoluzioni, le dinamiche.
Le mafie non sono quelle che ci propinano sugli schermi televisivi, cinematografici, su giornali, con una grossa manipolazione della realtà.
Le mafie sono il Potere, il Principe, come le definisce Roberto Scarpinato.
C’è un rifiuto netto, ostinato ad accettarne questa versione, quella reale.
Si naviga nel mondo dell’immaginifico, dell’irreale, del fumo, delle chiacchiere, per non dire di altro. C’è un pamphlet in queste settimane che sta avendo un successo straordinario:
“Buttanissima Sicilia”. Ed. Bompiani, di Pietrangelo Buttafuoco. Usa parole dure Buttafuoco, tipo: “invece che governare declama”, riferendosi all’attuale governatore, oppure ” due sono i tipi di mafia, la mafia e la mafia dell’antimafia” ed ancora “l’unica fabbrica operosa è quella dell’antimafia fatta mafia”.
Concetto Vecchio su ” La Repubblica” ha scritto che ” Giuseppe Leone, il fotografo che accompagnava Sciascia e Bufalino, gli ha telefonato commosso: ” La verità è che ogni siciliano sa di non meritare l’autonomia speciale che fu il frutto della prima trattativa Stato-Mafia”.
Una realtà crudele spiaccicatati senza troppi complimenti in faccia e che ti riporta al concreto, fuori da ogni fumosità.
La DIA in questi giorni ha lanciato il suo ennesimo allarme.
Ormai stiamo alla vigilia di un altro cambio di strategia da parte della mafia con un gioco delle parti delle sue componenti, quella militare e l’altra politico-economica, che punta a demolire gli ultimi capisaldi di uno stato fatiscente.
Ci si aspetterebbe a questo punto una chiamata generale alle armi, un sussulto di orgoglio nazionale da parte di tutta quella pletora di gruppi, gruppetti, associazioni e parassociazioni che recitano, chiacchierano di mafia e di mafie, sfilano, accendono i ceri, ma nulla, un vuoto, un silenzio assoluti.
L’antimafia della retorica annega nella sua nullità.
Come dare torto a Pietrangelo Buttafuoco quando scrive che “l’unica fabbrica operosa è quella dell’antimafia fatta mafia”?