Cerca

Uno sguardo sulla società attuale: cosa succederà dopo le inquietanti dichiarazioni di Carmine Schiavone? Che farà lo Stato-Stato? Lascerà morire milioni di persone senza fare niente? Al telefono con Chiara. di Arturo Gnesi

Al telefono con Chiara
Dopo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone che fino al 1993 ha mantenuto il controllo del clan dei casalesi occupandosi della varie attività illecite compresa quello dello smaltimento dei rifiuti tossici, si rimane sbalorditi per l’apatia della società civile , l’atteggiamento distratto delle istituzioni e lo spaesamento di gran parte della classe politica. La stessa attenzione che si riserva al gossip, un po’ di meraviglia iniziale, qualche generico commento limitato alla superficialità del fenomeno, sguardi stupiti e poi con la consolidata abitudine subentra la passiva rassegnazione anche per le imprese più nefaste della mafia che hanno avvelenato le acque, i suoli e i cibi che arrivano sulle nostre tavole.
Nemmeno i presagi funerei di centinaia di migliaia di morti per tumori causati dal criminale interramento di rifiuti tossici e nucleari riesce in questo paese a turbare il sonno di coloro che in un prossimo futuro potrebbero essere costretti al dolore e alla sofferenza per l’incremento, prospettato e temuto, di molte malattie correlate all’inquinamento ambientale.
Questa mattina in un lungo colloquio telefonico con Chiara Cerqueti, la giornalista di sky tg 24 che ha intervistato Carmine Schiavone, ci domandavamo cosa potrebbe accadere di nuovo, in seguito a queste travolgenti dichiarazioni del pentito e se ci potrebbero essere atti legislativi o investigativi in grado di verificare quanto è stato dichiarato e soprattutto per delimitare il pericolo delle aree inquinate oltre che perseguire i responsabili di questi reati.
Con Chiara ci siamo conosciuti alcuni anni fa, seguiva le tracce della camorra e venne a Pastena per sapere come stavano andando le ricerche sul nostro territorio volte ad accertare la verità sui presunti interramenti di sostanze tossiche e pericolose. E’ evidente che dopo lo scoop può subentrare nuovamente il distacco, l’indifferenza e la diffidenza e questo è stato anche sottolineato nelle varie inchieste giornalistiche perché il problema vero sono i soldi, gli enormi capitali che consentono alla camorra di corrompere le persone, sottomettere lo Stato, indurre la società al silenzio e all’omertosa collusione i vari partner in affari, ovvero imprenditori e politici. A guardare bene le cose, mentre qualche mafioso ogni tanto si pente non accade la stessa cosa per i politici e gli industriali eppure essi rappresentano i necessari collaboratori e complici per tenere in piedi questo traffico illegale che come documentato è stato anche sostenuto e favorito da pezzi importanti della massoneria .Storie di soldi e potere, affari e ricatti, sottomissione e violenza e se oggi non accade nulla, nonostante le verità di Schiavone, è perché è difficile e a volte nemmeno lo si vuole, individuare le attività commerciali che fanno da prestanome ai clan della camorra, è difficile oppure non si vuole, tirare fuori dai cassetti le carte che raccontano le verità scomode e pericolose, sicuramente diverse da quelle ufficialmente conosciute. In questi anni ci sono stati controlli pilotati, dati alterati, indagini insabbiate, complicità ed omissioni che hanno consentito ai clan di lucrare sulla pelle della gente .Che cosa possiamo fare, mi chiedeva Chiara Cerqueti al telefono, come possiamo muoverci per dare ai cittadini il coraggio di uscire allo scoperto e chiedere la bonifica per ogni luogo inquinato ? Ma appare soprattutto necessario che la politica non si limiti ai comunicati o ai proclami ma deve impegnarsi a recidere i legami con le propaggini e le infiltrazioni di un mondo mafioso che spesso è contiguo se non addirittura sovrapposto o sostituto dello Stato. Carmine Schiavone ha raccontato quello che ha visto fino al 1993 ma da allora altri protagonisti, altri affari e altri crimini sono stati commessi nelle terre del sud Lazio, “provincia di Casale”, mentre paradossalmente tutto procede come se niente fosse accaduto. Questa è anche una garanzia per l’incolumità di Chiara, perché se le sue inchieste incidessero sui comportamenti reali della vita politica ed istituzionale delle nostre terre tale da compromettere gli investimenti e le relazioni dei casalesi, allora dovrebbe veramente temere per la sua vita. Così al momento non è e questo è una fortuna per Chiara . Pastena 3 settembre 2013 dott. Arturo Gnesi