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Un’informazione, quella nostra, che deve essere MIRATA, ATTUALE, FINALIZZATA AGLI OBIETTIVI CHE CI PROPONIAMO, non narrativa, commemorativa, ricca, possibilmente, di spunti investigativi per le forze delll’ordine e la magistratura, un’informazione, insomma, di servizio

L’INFORMAZIONE, AMICI, L’INFORMAZIONE!
SARA’ IL NOSTRO SLOGAN DA OGGI IN AVANTI!!!
La serietà di un’associazione antimafia si misura anche dal “tipo” di informazione che essa recepisce e diffonde e, in particolare, dalla sua “efficacia” rispetto alle finalità che essa persegue.
Partiamo dalle finalità che l’Associazione Caponnetto persegue:
la lotta alle mafie ed alle illegalità.
Illegalità in senso non generico, ma, al contrario, sempre connesse all’obiettivo principale che è quello della
LOTTA ALLE MAFIE.
TUTTO, quindi, deve essere finalizzato all’azione di contrasto alle organizzazioni criminali.
Orbene, tutto quanto noi recepiamo e diffondiamo DEVE essere finalizzato al perseguimento di questo obiettivo.
Non ci interessano, quindi, come Associazione, notizie di natura squisitamente politica e che riguardino la vita di partiti, amministrazioni pubbliche e che non abbiano riferimenti, diretti od indiretti, con la criminalità soprattutto mafiosa.
Un ambito ben definito, studiato soprattutto per non dare spazio ad eventuali tentativi di strumentalizzazione politica che nulla hanno a che fare con gli obiettivi della Caponnetto, la quale è nata e deve restare un’associazione apartitica e libera da tutto e da tutti, partiti, istituzioni, gruppi di affari e quant’altro del genere.
Partiamo da un esame dello stato delle cose nel nostro Paese.
Le mafie – quelle militari, ma soprattutto quelle politiche, economiche, istituzionali ecc – hanno raggiunto un livello di radicamento nei gangli vitali del tessuto nazionale tale da condizionarne la vita.
Non ci sono un ambito, un settore nei quali esse non siano presenti ed attive.
E’ un grosso errore pensare e dichiarare che in un ambiente o in un territorio esse non siano presenti.
Oltre che fare della disinformazione, è anche diseducativo perché NON è così.
Nessun ambito, nessuna porzione di territorio sono indenni da questa piaga.
NESSUNO.
IL FATTO CHE IN UNA ZONA, IN UNA CITTA’, IN UNA PROVINCIA ESSE NON SPARINO, NON AMMAZZINO, NON INCENDIANO, NON USANO LA VIOLENZA, NON VUOL DIRE CHE ESSE NON CI SIANO.
Anzi, è esattamente il contrario, perché vuol dire che esse sono già riuscite a penetrare nel tessuto di quel territorio, attraverso probabilmente la corruzione e gli investimenti di capitali, da non aver bisogno di ricorrere alla violenza.
Vuol dire che esse ormai sono padrone quasi di tutto.
Laddove sembra che ci sia pace, la “pax”, là c’è maggiormente la mafia.
Là si vede la bravura di chi dice di volerle combattere.
La si vede la capacità di scovarle.
Si tratta di mafia evidentemente “alta”, quella dei “colletti bianchi”, la più pericolosa perché non appare, della cosiddetta gente “perbene”, di professionisti, di imprenditori, di esponenti politici, di uomini e donne delle istituzioni.
Gente abituata a frequentare i salotti “buoni ” e che gode di “rispetto”.
La mafia che comanda e decide della vita e dell’avvenire di ognuno di noi, dei nostri figli, dei nostri nipoti, dei giovani.
Quando leggiamo o sentiamo qualcuno, quindi, che dice “qua non c’è mafia”, vuol dire che o che quella persona non ha capito niente, è uno sprovveduto, che vive al di fuori della realtà in cui vive, o, peggio, che è un colluso.
Tertium non datur.
Detto questo, passiamo all’argomento che stiamo trattando.
L’Associazione Caponnetto ritiene che per aggredire, oggi, la mafia – in un contesto corrotto ed afflitto ormai quasi per intero da una cultura mafiogena, qual’è quello italiano, che nelle statistiche mondiali figura ai livelli più alti quanto a corruzione e criminalità -, pur non disdegnando lo strumento della “prevenzione”, quello più incisivo sia quello della “repressione”.
Anche sul piano educativo, allorquando non c’è sinergia fra tutte le agenzie educative ed i contesti in cui ognuno di noi vive, non si riuscirà mai a raggiungere gli obiettivi desiderati.
In parole povere, quando io insegno ai ragazzi la legalità e, poi, questi si trovano, fuori dalle aule scolastiche, a vivere, in famiglia e nella società, in contesti violenti, corrotti, immorali e criminali, ho perso solamente tempo e soldi.
Può sembrare, questo, un discorso disfattista e che diffonde sfiducia, ma non è quello cui puntiamo noi.
Chi svolge un compito, una missione, un lavoro – chiamateli come volete – quali sono quelli che svolgiamo noi, DEVE stare con i piedi per terra, deve prendere atto della realtà ed adottare gli strumenti, le tattiche e le strategie più adatti per affrontarla.
TUTTO, quindi, deve essere finalizzato al raggiungimento del fine che ci proponiamo, senza esitazioni, deviazioni, sbavature di sorta.
L’esperienza, soprattutto ed uno studio attento e lungo della realtà nella quale tutti noi viviamo, ci ha indotti ad impostare l’azione dell’Associazione Caponnetto su tre elementi fondamentali, tre capisaldi:
1) l’INDAGINE,
2) la DENUNCIA,
3) la PROPOSTA.
L’INDAGINE.
Bisogna partire dalla conoscenza profonda del territorio in cui viviamo ed operiamo, conoscerne stili di vita, costumi, mentalità, comportamenti, atti, fatti.
E’ necessario avere rapporti, per raccogliere notizie, anche quelle apparentemente non importanti, ascoltare tutto e tutti, più che parlare.
L’ascolto è fondamentale.
LA DENUNCIA
TUTTE le notizie raccolte -atti, sospetti, confidenze ecc. – sui vari territori vanno trasmessi agli organi dirigenti dell’Associazione, i quali li vagliano, li selezionano, li arricchiscono, li supportano attingendo alle conoscenze eventualmente già in possesso e, alla fine, li veicolano nella direzione e nelle forme giuste, alle persone ed agli organi giusti.
Questo serve, oltretutto, a preservare i singoli da eventuali rischi di ogni natura.
LA PROPOSTA
L’Associazione valuta quali sono le eventuali incongruenze, anomalie, omissioni, carenze, complicità, responsabilità, le denuncia e cerca di proporre le soluzioni alle persone ad agli organismi competenti.
Uno sforzo immane, come si vede, che richiede oculatezza, studio, valutazioni continui ed impegnativi, tutti tesi a centrare gli obiettivi- che sono, lo ripetiamo, quelli di colpire al cuore le mafie ed i singoli mafiosi – e a fare in modo che il tutto non si riduca ad un esercizio retorico, di parata, inconcludente.
Uno sforzo che DEVE puntare possibilmente a PREVENIRE – l’antimafia del “giorno prima” contro quella del “giorno dopo”- l’insediamento delle mafie.
INTERVENIRE, INSOMMA, A MONTE E NON A VALLE.
PRIMA CHE I BUOI SCAPPINO DALLE STALLE E NON DOPO, QUANDO I DANNI SONO STATI GIA’ FATTI.
Tutto ciò mal si concilia con la vecchia e diffusa abitudine del racconto di fatti già avvenuti che, secondo noi, non incide nemmeno sulle coscienze di persone inserite in un contesto già deteriorato da una subcultura del malaffare e, quindi, potenzialmente criminale.
Un contesto ASSUEFATTO ormai alla notizia dell’atto criminale e non in grado, quindi, di reagire in alcun modo.
Oggi la società ha perso perfino la capacità di indignarsi e resta solo un’esigua -molto esigua- minoranza capace di reagire emotivamente di fronte all’inarrestabile processo di decadenza morale, culturale e materiale del Paese.
L’INFORMAZIONE.
Noi disponiamo di un volume “di fuoco” non indifferente -un sito web -www. comitato-antimafia-lt. org – e due pagine Facebook ufficiali intestati all’Associazione Caponnetto, più altre due -tre che ci fiancheggiano e sappiamo di essere attentamente seguiti e letti da centinaia di migliaia di persone, amiche e più ancora nemiche: mafiosi, esponenti politici e delle istituzioni e, infine, simpatizzanti ed iscritti.
Un’Associazione antimafia seria ha il DOVERE di fornire un’informazione MIRATA, diretta, cioè, ad un ambito maturo, cosciente e sensibile.
Un’ informazione, mai disgiunta dall’azione, da un profondo contenuto, quindi, PEDAGOGICO, che punta, cioè, ad informare correttamente quell’ambito di persone pensanti ed intellettualmente e moralmente sane, senza censure e travisamenti, manipolazioni ecc. e che sia in grado di suscitare nel loro animo e nelle loro menti delle emozioni e dei pensieri positivi ed in grado di provocare delle reazioni che possono portare ad un loro impegno sul campo.
Cosa può interessare a quell’ambito di persone mature, sensibili e pensose dell’interesse collettivo e del bene del Paese – e cosa c’entra con i nostri obiettivi – se il tale muro di via Arenula nella Capitale sta per crollare o se la tale piazza di Roccacannuccia è sporca, o, ancora, del furto in un appartamento di Palermo, o del singolo stupro e della tal rapina???
Ma, infine, c’è un altro aspetto che deve interessarci e, forse, il più importante.
Ecco perché parliamo della necessità di un ‘informazione attenta e soprattutto MIRATA.
Ci risulta che quanto noi scriviamo viene letto con molta attenzione da soggetti ed organi istituzionalmente preposti alla lotta alle organizzazioni mafiose, forze di polizia e magistrati.
La nostra informazione deve essere in grado di fornire, possibilmente, delle piste interessanti anche dal punto di vista investigativo.
Solo così, oltre che informare e formare nella maniera più corretta possibile, possiamo assolvere ad un ruolo significativo e di servizio agli interessi dello Stato di diritto.
Contro le mafie.
Tutte le mafie!