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Un’antimafia meno parolaia e più operativa ed aggrewssiva.

Un’informazione più selettiva e più pedagogica.Urge formare la gente alla lotta,non alla resa.La guerra alle mafie si fa con l’INDAGINE e la DENUNCIA  e non con la retorica ed il racconto della cronaca nera.

SELEZIONIAMO LE NOTIZIE E COMINCIAMO A
DIFFONDERE UN’INFORMAZIONE PIU’
QUALIFICATA   E FINALIZZATA A  FORMARE
CHI VUOL FARE UN’ ANTIMAFIA SERIA AD
UNA CULTURA DELLA DENUNCIA

La retorica é quanto di più deleterio nella formazione
della gente a fare antimafia.
Prestiamo maggiore attenzione agli aspetti pedagogici
di un tipo di informazione che punti a formare le
persone ad una vera ,seria ed  efficace azione di
contrasto alle mafie.
La notizia ,che può fare anche scalpore  al
momento,che tratta dell’arresto della guardia
carceraria,del carabiniere,del poliziotto,del finanziare
corrotti che prendono la mazzetta dal mafioso,non fa
altro che convincere la gente del fatto che “tutto  e’
corrotto”,che “tutto é una fogna” e che pertanto non
c’é più nulla da fare.
La premessa,questa, acchè si alzi bandiera
bianca,quella della resa.
Noi,invece,abbiamo il dovere di preparare le persone
al combattimento,non alla resa.
E preparare la gente al combattimento significa far
capire a tutti che,se non si comincia a fare un’azione di
INDAGINE e DENUNCIA,un’azione di supporto e di
stretta collaborazione   con la  magistratura  inquirente
e con le forze  dell’ordine ,non si va da nessuna parte.

E’ urgente,considerata la gravità della situazione,che
la cosiddetta antimafia sociale abbandoni il più presto
possibile le secche di un’azione esclusivamente
parolaia che racconta solamente quanto é avvenuto.
Dobbiamo,invece,essere in grado di imprimere una
svolta anche al modo come si fa
informazione,anticipando possibilmente i fatti
,abituando la gente a fare in modo di prevenirli.
Un’antimafia del “prima” e non del “dopo”.
Un’antimafia non del racconto delle cose
successe,ma,al contrario,delle cose che debbono o
non debbono succedere.
Attraverso,appunto,l’INDAGINE e LA DENUNCIA.
Ecco,dobbiamo puntare a responsabilizzare la gente e
non a finire di deresponsabilizzarla.
E’ un dovere di tutte le persone oneste scendere in
campo per combattere le mafie.
Ma la gente deve anche capire che non si può andare
alla guerra con la sola baionetta contro i missili ed i
carri armati del nemico.

Solo così,preparando un esercito di combattenti e non
di lavandaie delle retrovie ( con tutto il rispetto nei
confronti delle lavandaie ),si può sperare in un esito
positivo della guerra alle mafie.
Altrimenti,continuando così,regaleremo il Paese alle
mafie e saremo tutti corresponsabili.