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Una risposta al PD pontino in ordine alla sua proposta di indire una… “conferenza” sulle mafie con la partecipazione di istituzioni, partiti ed associazioni!

IL PARTITO DEMOCRATICO PONTINO SCOPRE L’ESISTENZA DELLE MAFIE E PROPONE UNA CONFERENZA. MEGLIO TARDI CHE MAI. IL PROBLEMA, PERO’, E’ CHE ORMAI I BUOI SONO SCAPPATI DALLE STALLE E SI STA FUORI TEMPO MASSIMO. NON E’ PIU’ TEMPO DI… CONFERENZE E DI CHIACCHIERE (SOPRATTUTTO SE IN VISTA DI ELEZIONI)

Cambino attori e metodologie nell’approccio al “problema mafie” e siamo pronti ad un confronto.

Ma che questo sia serio e profondo, durante il quale classi dirigenti partitiche e istituzioni non rivestano il ruolo di protagonisti, ma, al contrario, di soggetti che vi partecipino per recitare il mea culpa e per dare segnali concreti di inversione di rotta, di radicale cambiamento, di, stavamo per dire, reale ravvedimento.

Con atti concreti, cominciando a richiedere subito in Parlamento, con una mozione, la riapertura del “caso” della “Formia Connection”, un procedimento chiuso in tutta fretta ed inspiegabilmente nella parte che riguarda il “voto di scambio”.

Le sparate elettorali non ci interessano affatto.

Noi vogliamo azioni concrete ed un impegno serio e duraturo.

Su fatti concreti.

Sulle inadempienze delle istituzioni, sulle complicità di esponenti politici, sui silenzi e sulle assenze della politica.

A giugno e a dicembre scorsi, prima a Gaeta e poi a Formia, noi abbiamo promosso due importanti convegni sulla presenza mafiosa nel Lazio ed in provincia di Latina.

C’erano, fra i relatori, magistrati dei Tribunali e delle Procure di frontiera, quelli che combattono le mafie sui nostri territori dalla mattina alla sera, dirigenti della DIA, giornalisti d’inchiesta, uomini delle forze dell’ordine.

Fatta eccezione per Bruno Fiore di Fondi e Roberto Rottasso di Minturno, nessun altro esponente del PD ha sentito il dovere di parteciparvi.

Nemmeno quelli di Formia e di Gaeta.

Non un consigliere, non un qualsiasi dirigente provinciale o locale.

Ci fermiamo qua.

A noi non piacciono le parate, le passeggiate in passerella, i comizi elettorali (come hanno fatto quegli esponenti nazionali, sempre del PD, presenti sui palchi a Fondi e, poi, subito tutti spariti ed ora completamente assenti pur di fronte ad una situazione che continua a precipitare).

Ci sono situazioni in provincia di Latina drammatiche.

Le mafie hanno investito e continuano ad investire montagne di capitali in molti comuni.

Comprano di tutto, dagli appartamenti, alle ville, ai negozi, terreni e quant’altro.

Costruiscono dovunque.

L’imprenditoria locale è stata espulsa ed è stata soppiantata da imprese che vengono dal casertano, da Casal di Principe, dalla Campania.

Ci sarebbe da girare dalla mattina alla sera, con i taccuini in mano per annotare nomi, provenienza ecc. , per, poi, fare le ricerche presso la Camera di Commercio per individuarne le vere identità.

Nessuno lo fa, come nessuno indaga sulla “provenienza” e sulla “tracciabilità” dei capitali impiegati.

C’è un “problema” Guardia di Finanza che non va (in un anno la GDF di Frosinone ha fatto 140 indagini patrimoniali, quella di Latina solamente 3 (ripetiamo, tre).

Le indagini su De Angelis Gennaro sono partite dalla Gdf e dalla Procura di Frosinone.

Tutte le grosse indagini partono sempre “da fuori”, dalle DIA, dai GICO di Roma e di Napoli).

C’è un discorso che riguarda, quindi, l’efficienza dell’apparato investigativo.

C’è stato un discorso molto serio che riguardava la Procura e sul quale il PD non ha mai speso una parola.

Bastava leggersi quanto hanno scritto in proposito i PM della DDA De Martino e Curcio durante le inchieste su Fondi.

C’è un discorso su Fondi che non è affatto chiuso perché c’è ancora tutto da scandagliare il problema degli appalti, subappalti, concessioni e licenze sul quale noi stiamo già lavorando.

Ci sono tanti altri problemi di cui non si può parlare nelle conferenze, ma che vanno affrontati, se veramente si vogliono risolvere, seduti a tavolino, in pochi, in maniera riservata, senza correre il rischio di presenze eventuali di spioni e doppiogiochisti, e portati, poi, nelle sedi opportune, con la determinazione necessaria.

Tutto il resto sono chiacchiere e propaganda elettorale.

Se i dirigenti pontini del PD sono determinati a fare sul serio, noi siamo pronti.

Ma a queste condizioni perché noi intendiamo l’impegno antimafia una cosa seria.