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Una nota di un giornalista coraggioso che noi incoraggiamo a continuare la sua opera, assicurandogli la vicinanza dell’Associazione Caponnetto.

“Io mi chiamo Giovanni Tizian”

di Giuliano Girlando
Quando ho scelto di aderire alla campagna per Giovanni , l’ho fatto pensando soprattutto a cosa poteva accadere a qualsiasi giornalista che raccontasse fatti di quotidiana malapolitica: affari cemento rifiuti , binomio politica e criminalità organizzata. Ci ho pensato a lungo a cosa poteva accadermi il giorno che impugnando una penna , in questo caso un personal computer , avessi cominciato a raccontare i fatti di quotidiana illegalità della Provincia di Roma. Ma c’ho pensato anche il giorno che leggendo le dichiarazioni del presidente della corte d’appello di Roma Santacroce e del sostituto procuratore di Tivoli De Ficchy hanno lanciato l’allarme infiltrazione criminalità organizzata nel territorio della provincia di Roma. Cosi grazie al sito Malitalia di Enrico Fierro e Laura Aprati ho scelto di raccontare le cose che ho visto in dieci anni di politica a Tivoli. Era il modo migliore di sostenere Giovanni non solo per quello che è ma per quello che fa. Così ho raccontato di storie che parlano di acque,cemento e rifiuti. Cosa c’è a Tivoli Terme oltre l’odore dello zolfo? Un conflitto di interessi mai sanato tra la classe dirigente e un imprenditore. Cosa c’è nella volontà di costruire una lottizzazione di cemento vicino ad un sito patrimonio dell’Umanità come Villa Adriana? Accordi di campagna elettorale e non solo. Ma perchè quindi la politica non solo è stata assente ma connivente a questi binomi e trinomi di potere. Tutto questo non l’ho mai potuto accettare. Ma dal momento che ho cominciato a scrivere sono arrivati i consigli non richiesti , le telefonate anonime e gli sms e in ultimo la macchina danneggiata. Io voglio andare avanti non voglio avere paura , paura del silenzio e dell’omertà , paura del non poter più informare e dire la verità sui nostri limiti e sulle nostre debolezze. Per questo chiedo un appello alla difesa del giornalismo senza tutela , dei freelance e dei blogger che scelgono di raccontare i mali del paese Italia. La mafia non è solo una banda armata , la mafia è un modello culturale e questo modello deve essere sfidato con la cultura , la cultura della libera informazione , la cultura dei giornalisti giornalisti e non i giornalisti dipendenti. Io voglio andare avanti perchè ho scelto di chiamarmi anche io Giovanni Tizian.

Nota a commento della lettera di Giuliano Girlando di Tivoli.

E’ tutto il lazio, caro Giuliano, che vive sotto assedio dell’illegalità e del malaffare e noi sono dieci anni ormai che combattiamo, pur fra mille difficoltà, contro tutto ciò.

Anche noi abbiamo subito tentativi di intimidazione e, di corruzione e… di… ” consigli” a non… calcare la mano… soprrattutto sul versante delle sospette collusioni con pezzi della politica e delle istituzioni.

Non abbiamo mai ceduto ed abbiamo continuato con sempre maggiore rigore a combattere.

Continua anche tu perché noi siamo dalla parte giusta.

Ti assicuriamo la nostra affettuosa vicinanza e conta sempre su di noi nel tuo lavoro di denuncia contro tutte le mafie che infestano la nostra regione.

Affettuosamente

Associazione Caponnetto