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Una manovra senza qualità e di lacrime e sangue

La crisi economica, da cui non siamo affatto usciti, è il primo dei problemi italiani. Senza ripresa economica sarà dura. Correggere i conti pubblici in una situazione di crisi può diventare socialmente un disastro, con buona pace dello stupidario governativo che ha continuato per mesi a dire che l’Italia stava meglio del resto d’Europa. Non è la quantità della manovra economica che spaventa ma la sua qualità. Se non c’è stimolo alla ripresa ci si candida ad altri tagli tra poco

Ancora poche settimane fa il Governo negava l’esigenza di manovre aggiuntive per far tornare i conti pubblici. Al contrario. Era del tutto evidente da tempo come molti hanno scritto – scripta manent – che pur avendo il Governo speso ben poco per sostenere le banche italiane la differenza tra il calo delle entrate fiscali (dovuto al rallentamento dell’economia, -6,5% in 2 anni, e all’aumento dell’evasione) e l’aumento delle spese ha creato una sofferenza nel bilancio dello Stato, portando il deficit al 5% 2009 e al prosciugamento dell’avanzo primario.
La crisi economica, da cui non siamo affatto usciti, è il primo dei problemi italiani. Senza ripresa economica sarà dura. Correggere i conti pubblici in una situazione di crisi può diventare socialmente un disastro, con buona pace dello stupidario governativo che ha continuato per mesi a dire che l’Italia stava meglio del resto d’Europa. Nelle ultime settimane la Grecia ha materializzato il pericolo incombente anche per l’Italia, ma il Governo ha cercato ancora una volta di negare l’evidenza. Solo dopo le difficoltà dell’euro, il calo delle borse, l’entrata in sofferenza di Portogallo e Spagna, le decisoni degli altri governi europei anche il Governo italiano ha ammesso che occorreva mettere in sicurezza i conti pubblici.
Eppure le promesse di tagli fiscali sono di poco tempo fa. Il ribadito impegno per il federalismo fiscale è ancora più recente. Senza alcun riguardo per la realtà.

Ora la responsabilità della manovra viene attribuita all’Europa, alla crisi greca. La colpa è sempre di altri. Propaganda, propaganda, propaganda.
La verità è che il Governo ha dipinto un’Italia che non esiste e chi lo dice non è un disfattista, ma semplicemente uno che chiama le cose con il loro nome. Il problema è che la prima cosa da affrontare per far fronte alle difficoltà dell’Italia è proprio l’esistenza di questo Governo. Come si fa a disuctere di futuro con chi non dice la verità e in questo ricorda purtroppo il Governo greco che ha truccato i conti preparando il disastro di quel paese ?
Certo la situazione richiede una risposta all’altezza, ma questi semplicemente non sono in grado. Basterebbe mettere una persona seria come Tabacci, di cui pure non sempre condivido le posizioni, al Ministero dell’Economia e almeno finirebbe la fase di chi trucca l’immagine solo per fare piacere al “capo” e finirebbe la fase delle furbate per giustificare l’ingiustificabile.
Ora si ammette che la manovra correttiva è necessaria. Viene scomodato Letta per dirlo. Gli altri sono quelli che hanno detto il contrario fino a ieri.
Anzitutto non ci sono misure per la ripresa economica, per il sostegno ai redditi.
Con queste misure la manovra potrebbe essere anche più pesante. Anziché 24 miliardi in 2 anni, anche 30/32.

Non è la quantità della manovra economica che spaventa ma la sua qualità. Se non c’è stimolo alla ripresa ci si candida ad altri tagli tra poco. Sempre più dolorosi.
Ma si dovrebbero adottare misure che non siano semplici spot. Ad esempio verso i redditi più alti, verso i beneficiari del rientro dei capitali dall’estero a prezzi da saldo. Se ai lavoratori viene chiesto di andare in pensione più tardi perché non si può chiedere qualcosa a chi ha beneficiato di un regalo dal Governo di almeno 40 miliardi di euro ? Tremonti per recuperare i quattrini necessari arriva a contraddirsi e a contraddire il “Capo”. Ad esempio recupera alcune misure di tracciabilità nei pagamenti – mezzo importante di lotta all’evasione – che lui stesso aveva abolito appena tornato al Governo vantando la sua differenza dal centro sinistra.
Nessuno l’ha mai sentito dire le parole magiche: mi sono sbagliato.

Una politica seria delle entrate ha nella lotta all’evasione un asse strategico e un maggiore prelievo sui redditi alti è il suo completamento. Certo, se l’assillo è cercare di dimostrare che non ci sono nuovi prelievi si va poco lontano. Per di più non è vero. Più della metà della manovra sono tagli a Regioni ed Enti locali. Da loro non a caso vengono le dichiarazioni più dure. Questi tagli comporteranno aumenti del prelievo a livello locale. Altro che sprechi. Sarebbe interessante raccogliere sui tagli le opinioni dei sindaci della lega, quelli che stanno in parlamento sono sempre d’accordo con il “Capo”. I cittadini dovranno pagare o non avranno più servizi garantiti in precedenza. Il pubblico impiego perde un intero rinnovo contrattuale. Peggio: questo Governo rinuncia a riformare la PA, si limita a impoverirne il ruolo e continua con i tagli indifferenziati su spesa e organici.

Tremonti evidentemente non ha chiaro che se un settore della PA è inutile, bloccare il turn over non lo rende più utile. Mentre quello utile soffre con danno per i cittadini.
Consulenze e assunzioni temporanee sono state fino ad ora una specialità di questi Ministri. Poi nella manovra non potevano mancare gli scalpi che piacciono ai mercati finanziari come i tagli alle pensioni. In pensione più tardi è uguale a giovani al lavoro più tardi.
Torna una sanatoria edilizia che chiama il condono. Per ora la sanatoria è limitata ma c’è da scommettere che i parlamentari della maggioranza chiederanno a gran voce un condono pieno, ovviamente con la regia del Governo.
Poi tagli: la sanità, un poco di Province (se reggerà), qualche Ente, ai manager pubblici (se reggerà), ai partiti, ai Ministri (Cameron potrebbe chiedere il copyright), un ticket per Roma (si torna alla tassa di soggiorno ?).

Come al solito tagli agli investimenti pubblici in Italia, con in cambio un’offa alla Lega.
Milioni di persone staranno peggio, alcune molto peggio e non si tratta dei più ricchi. Nessuna misura sul controllo dei prezzi. Nessuna idea di convergenza sociale per affrontare una fase difficile. Anzi ribadimento di fatto dell’accordo separato, con buona pace di chi in CGIL sperava in Tremonti per superare l’aggressività di Sacconi e Brunetta. Pelo lisciato alle imprese, a chiacchiere.
Dalla manovra esce chiaro come non mai che così non si va da nessuna parte. Non c’è futuro, in particolare per i giovani. L’opposizione deve resistere alla tentazione di farsi ricattare dall’emergenza. L’emergenza richiede un’alternativa che coniughi 2 cose: ripresa economica di qualità e superamento della frattura sociale voluta dal Governo per campare meglio, nuove regole per mettere sotto controllo i mercati finanziari. E’ ora di dire basta ai soccorsi miliardari senza contropartite alle banche e pretendere di sapere cosa accade nei cosiddetti mercati finanziari, regolando e quando occorre vietando. L’omicidio è vietato, perché mai le armi finanziarie di distruzione di massa (Buffet) no?
Alfiero Grandi

(Tratto da Aprile online)