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Un Paese che perde la sua memoria storica è un Paese senza futuro. Il valore del 25 aprile, Festa della Liberazione dal fascismo

UN PAESE CHE PERDE LA MEMORIA STORICA E’ UN PAESE SENZA FUTURO

E’ la parte peggiore del Paese che sta prendendo il sopravvento.

Quella mossa dagli istinti che attivano la parte del corpo umano che va dalla cintola in giù.

Un Paese che sta perdendo la memoria storica, che sta dimenticando le pagine più belle scritte dai nostri avi e dai nostri padri.

Che sta perdendo i suoi riferimenti ideali.

Che mostra di voler vivere alla giornata, con modelli tipici di una società disperata, da basso impero.

E’ l’Italia peggiore che non può che esprimere la sua parte peggiore.

Ai livelli della politica, dell’economia, dell’arte, della letteratura, delle professioni, della società.

L’Italia della decadenza e del disfacimento culturale, morale, economico e politico.

L’Italia della restaurazione.

Che auspica ed agevola l’instaurazione di una nuova forma di regime, anche se in versione anni 2000, ma pur sempre regime.

Mussoliniano o altrimenti definito, in salsa moderna.

L’Italia che fa della sua Carta carta straccia, senza più alcun valore.

Che non vuole più ricordare la Resistenza, il sangue versato dai nostri padri, le sofferenze patite dai nostri genitori e nonni che hanno combattuto per darci la possibilità di parlare, di votare, di vivere civilmente e democraticamente.

L’Italia della caste e delle mafie.

Possibile che la gente onesta, i cittadini perbene, che pur sono tanti, non se ne siano ancora accorti e continuino a stare inerti, fermi, lì a guardare solamente?