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Un interessante servizio di Report sul Sistema Molise.

Iorio, Frattura, bugie, ricatti e media asserviti: nel Molise di Report non si salva nessuno
Le telecamere di Rai 3 sono tornate in Molise per raccontare la vicenda Biocom e il Sistema Iorio. Dalla mini inchiesta di Bernardo Iovene emerge l’incredibile intreccio di affari e interessi in una regione in cui tutti sembrano legati al doppio filo a personaggi politici, dell’informazione, magistrati e imprenditori. «Dal sistema Iorio al sistema Frattura» il Molise rimedia l’ennesima figuraccia nazionale. E spunta la testimonianza anonima di un inquirente.

 

Campobasso. Un servizio di un quarto d’ora, preceduto da tre minuti di riassunto della puntata sul “Sistema Molise” del 2010, è andato in onda ieri sera a Report su Raitre.

“Frattura molisana”, il titolo del lavoro di Bernardo Iovene, racconta due inchieste: quella sulfinanziamento erogato alla Biocom, la ex società di Frattura finanziata con 265 mila euro all’epoca del governo Iorio per un impianto a biogas mai realizzato e quella, esplosa con la notifica della conclusione delle indagini per 28 indagati lo scorso ottobre, sul cosiddetto sistema Iorio, in cui s’intrecciano politica, burocrazia e informazione.

Nella ricostruzione di Report, l’immagine del Molise esce, ancora una volta, assai ammaccata. La figuraccia è generale, coinvolge protagonisti nuovi, vecchi ed eterni della storia molisana politica e giornalistica e restituisce l’idea di un luogo dove amicizie, interessi privati, consorterie piccole e grandi ripicche si mescolano in un sistema senza sbocchi di favori dati e negati. Non si salva nessuno, fatta eccezione (forse) per il magistrato Fabio Papa, il pm dell’inchiesta su Biocom recentemente trasferito a Rovigo per volontà del Csm, l’organo giudicante dei magistrati.
Secondo il racconto di Rai 3, che sostiene la tesi secondo cui nel Molise di Frattura siano in vigore più o meno gli stessi meccanismi del “sistema Iorio”, Fabio Papa «è l’unico ad aver pagato fino ad oggi in una vicenda dai contorni torbidi» che non risparmia nessuno.
Dal servizio emergono anche nuovi particolari, come l’intervista a un anonimo inquirente che a proposito del finanziamento pubblico erogato alla Biocom (fino al 2011 nella disponibilità di Frattura), parla di «distrazione di fondi», sostenendo che per l’acquisto dei macchinari sono stati spesi solamente 50 degli oltre 260mila euro erogati. E riferendo, poi, che «la volontà reale non era quella di costruire l’impianto ma di ottenere un risarcimento». Parole che riportano immediatamente alla vicenda biomasse e all’impianto da 1 megawatt di Campochiaro anch’essa terminata con la richiesta di risarcimento danni milionario (su cui si pronuncerà il Tar) da parte dell’ex socio di Frattura, l’ingegnere Luca Di Domenico, marito della segretaria di Giunta, Mariolga Mogavero.

Frattura, raggiunto nel suo ufficio dalle telecamere della Rai, si difende sostenendo quello che dice da tempo, cioè che «il denaro è servito per pagare i macchinari che sono a Termoli». E poi mostra carte e fatture a Iovene il quale si sposta a Termoli dove ottiene dall’ex sindaco Di Brino la conferma che il permesso a costruire l’impianto non è mai stato dato dal Comune e che il materiale di cui parla Frattura, in parte ancora imballato, si trova in un magazzino della C&T, la biomasse del Nucleo. 

Tra gli intervistati anche l’ex presidente della Regione Molise, Michele Iorio, che ribadisce la vecchia militanza politica in Forza Italia di Paolo Frattura e il ‘tradimento’ dell’attuale presidente, oggi tesserato Pd.