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Un colpo mortale alla legalità nella Capitale: la rimozione del Prefetto Mosca. Una vecchia, dura denuncia dell’UNADIR

Cari colleghi,
come vedete, comincia finalmente a serpeggiare il malcontento diffuso nella
categoria, questa volta a seguito della vicenda che ha colpito il Prefetto della
capitale e non posso che rilevare la inquietante posizione di sindacati che,
con un sommesso segnale di solidarietà fanno passare per buona una
situazione che tale non è. Ho più volte in passato denunciato politiche
sindacali dissennate, attuate d’accordo con l’Amministrazione, che ci hanno
portati alla deriva.
Vi anticipo che altrettanti colleghi verranno trasferiti per voleri politici
legati a questioni di legalità e di dubbia trasparenza. Siamo di fronte ad
una svolta epocale.
Chi opera al servizio delle Istituzioni e nel pieno rispetto della legalità, con
un pretesto qualunque viene defenestrato.
Poi ci tocca leggere che indagini di vario tipo toccano uffici del Ministero
dell’Interno o colleghi che si prestano diciamo a “strumentalizzazioni
politiche”, e che comunque operano sovente nella certezza dell’impunità a
discapito di quello che rappresenta il Tempio della legalità, il Ministero
dell’Interno.
Carriere facili da una parte, carriere impossibili dall’altra.
La vicenda del Prefetto Mosca assume contorni inquietanti perché colpisce un funzionario che, per unanime consenso, rappresenta la massima espressione dell’istituto prefettizio al servizio esclusivo degli interessi dello Stato e della collettività. L’allontanamento del Prefetto Mosca fa venir meno il più autorevole punto di riferimento a cui finora hanno guardato tutti i colleghi che, sul suo esempio hanno imparato come indirizzare tutta la loro attività al servizio del Paese.
E’ venuto il momento di chiedersi se lo Stato esiste ancora. Da una parte politici, amministratori e sindacalisti corrotti agiscono senza pudori, violando ogni norma nella consapevolezza dell’impunità ed in nome di ciò si arrogano il diritto di calpestare la dignità di quanti non la pensano come loro.
Non ha ragione il Ministro Brunetta quando addebita le responsabilità dei molti mali della pubblica amministrazione ai sindacati di sinistra, non
dimentichiamo che i sindacati quando erano degni di definirsi tali, hanno
segnato la storia del nostro Paese con la sacrosanta tutela dei diritti dei lavoratori.
Ha ragione, invece, il Ministro Brunetta se per sindacati di sinistra intende riferirsi a quei sindacalisti che hanno fatto del proprio ruolo un centro di sporchi affari ed interessi, violando ogni norma, creando cordate difficili da spezzare perché consapevoli di essere intoccabili.
Non dimentichiamo il vile gesto perpetrato a suo tempo a danno del Generale Dalla Chiesa che, in virtù della fiducia del Governo dell’epoca, fu mandato a morire a Palermo. Rapporto di fiducia che avrebbe dovuto essere contraddistinto da lealtà reciproca del Governo di allora e del Prefetto Dalla Chiesa. Ma si trattò, come i fatti hanno poi dimostrato, di fiducia e lealtà unilaterale del capro espiatorio mandato a Palermo solo per dare una parvenza di Stato.
Mi chiedo se sia giusto che i politici di turno possano agire contro ogni norma calpestando la Costituzione e le leggi.
Poi ci tocca leggere sulla stampa il fatturato dell’azienda criminale!!!
Ma allora abbiano i politici il coraggio di legalizzare l’illegalità, se non altro anche noi potremo finalmente dire che delle regole, discutibili o meno che siano, le abbiamo. Sì perché adesso regole non ci sono più e debbo precisare che chi, pagato dallo Stato si asserve ad altre logiche, quello stipendio lo ruba e deve restituirlo allo Stato, come pure ruba il furbetto che risulta presente in ufficio perché nella rete degli imbrogli che vige un collega zelante gli registra la presenza in ufficio.
E’ un quadro quello delineato che necessita di una chiarificazione, non si finga di non sapere, si affronti la realtà e si abbia il coraggio di venire allo scoperto.
L’ennesima dimostrazione di arrogante interferenza di certa politica a danno di chi, come il Prefetto Mosca, interpreta nel modo migliore il ruolo prefettorale, deve indurre tutti quelli tra noi che ancora credono nelle Istituzioni a raccogliersi compatti per rivendicare in tutte le sedi politiche ed amministrative la dignità del ruolo ed il diritto a svolgerlo nel rispetto dei principi costituzionali e delle leggi dello Stato.

IL SEGRETARIO NAZIONALE DELL’UNADIR
(V. PREFETTO MARIA ROSARIA INGENITO)

ROMA 18 NOVEMBRE 2008