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Tumori e malattie cardiologiche a loro insaputa: ecco come la cricca dei falsi invalidi truffava lo Stato

Tumori e malattie cardiologiche a loro insaputa: ecco come la cricca dei falsi invalidi truffava lo Stato
Sono circa 250 le pratiche di falsa invalidità istruite a Giugliano: tra gli 86 indagati molti familiari di esponenti di spicco del clan Mallardo

di Antonio Mangione

GIUGLIANO. Sono circa 250 le pratiche di falsa invalidità istruite a Giugliano. Il dato emerge dall’inchiesta che ha portato ieri sotto indagine in totale 86 persone per aver istruito o beneficiato di false pratiche di invalidità.
Quasi tutti fingevano di avere malattie di natura psicologica, ma alcuni anche di patologie tumorali e cardiologica, percependo così in maniera indebita somme di denaro per diversi anni. Parte delle liquidità incassate sono state sequestrate dalla guardia di finanza. Malattie che nemmeno loro sapevano di avere. La prima black list indicata da Pirozzi ai magistrati era composta da 98 nomi, ma non per tutti si è potuto accertare il procedimento illecito. Nella lista sono presenti le mogli e le madri di diversi esponenti di spicco del clan Mallardo, tra cui Raffaele Mallardo, il boss defunto Feliciano Mallardo, Francesco Napolitano e Vincenzo d’Alterio. Le pratiche dei soggetti coinvolti sono monche di documenti, timbri, firme, compilazioni a penna e assenza della visita medica presso l’Asl.

Il sistema funzionava in modo quasi perfetto, come racconta il pentito Pirozzi: “Uno degli impiegati comunali infedeli si rivolgeva direttamente a Giuseppe C. o Sequino C. per avvisarli dell’arrivo degli elenchi da parte dell’Asl di Giugliano. Questi ultimi portavano direttamente a mano ad uno dei dipendenti infedeli i falsi verbali di invalidità da sistemare alla fine dell’elenco originale oppure era proprio il dipendente infedele che valutava dove inserire l’elenco al fine di non destare sospetti. I dipendenti infedeli erano perfettamente a conoscenza che il sistema illecito era gestito dal clan Mallardo e che io ero esponente dello stesso. Oltre a segnalare i loro nominativi, mi tenevano informato dell’arrivo degli elenchi contenenti i nominativi inviati all’Asl di Giugliano per l’istruttoria delle pratiche di pensione genuine, al fine di consentirmi di inserire quelle false tra quelle buone.
Inoltre mi tenevano informato della trasmissione della pratiche all’Inps in modo da avere un primo quadro in ordine alle somme che l’organizzazione doveva riscuotere e poi contattavo il direttore di Poste italiane. I tre dipendenti del Comune addirittura erano coinvolti nell’inchiesta avevano fatto parte della task force creata alla definizione di 1381 pratiche d’invalidità inviate all’Ente dalla Prefettura di Napoli.

14/09/2016

fonte:www.internapoli.it