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Tre miliardi in un anno e mezzo: il costo di illegalità e corruzione

La Stampa, 21 giugno 2018

Tre miliardi in un anno e mezzo: il costo di illegalità e corruzione

I nuovi dati contenuti in un report della Finanza. Secondo “Unimpresa” così perdiamo 10 miliardi di euro l’anno di Pil

di GRAZIA LONGO

ROMA

Appalti pubblici per edifici e infrastrutture, residenze e forniture sanitarie, restauri. Ampio e ricco è il panorama che ingolosisce la vasta pletora di chi elargisce e riceve tangenti.

Nel mare magnum della corruzione nazionale, negli ultimi 17 mesi, sono state riscontrate irregolarità per 2,9 miliardi di euro su un totale di gare sottoposte a controllo pari a 7,3 miliardi. In altri termini, è truccato 1 appalto su 4.

La fotografia è del report della Guardia di Finanza, che ieri ha festeggiato i 244 anni dalla sua fondazione, ed evidenzia come la corruzione sia una delle piaghe peggiori del Paese. Limita la crescita economica, danneggia le persone oneste, pesa sull’Erario. Nel complesso sono state denunciate, per reati in materia di appalti e altri delitti contro la Pubblica Amministrazione, 6.062 persone, il 10% delle quali è finito in manette (644). Un danno non di poco conto se si pensa che dal recente studio di «Unimpresa» emerge come negli ultimi dieci anni la corruzione abbia «mangiato 10 miliardi di euro l’anno di Pil, per un totale di 100 miliardi».

E, secondo i dati delle Fiamme gialle, non va certo meglio neppure sul fronte dell’evasione fiscale: 12.824 gli italiani del tutto sconosciuti al fisco (ovvero evasori totali) responsabili di non aver versato 5,8 miliardi di Iva. Ci sono inoltre mille grandi evasori scoperti, con 2,3 miliardi sottratti al fisco, cioè più di due milioni a testa. Ma 1,3 miliardi sono già stati confiscati e acquisiti in via definitiva al patrimonio dello Stato.

Sul fronte della corruzione, invece, le Fiamme gialle dall’1 gennaio 2017 al 31 maggio scorso hanno eseguito sequestri per 800 milioni di euro in tutto il comparto della tutela della spesa pubblica. E di questi ben 600 milioni nel solo settore degli appalti e del contrasto alla corruzione. Sequestri utili a ristorare almeno parzialmente, le casse dello Stato.

La Finanza ha peraltro creato un apposito Nucleo speciale anticorruzione che, inserito nei reparti speciali, ha l’obiettivo di effettuare analisi di rischio mirate sugli appalti pubblici. Una realtà ad hoc che agisce in piena sinergia con il commissario anticorruzione Raffaele Cantone.

Il Nucleo della Guardia di finanza interviene in materia di prevenzione della corruzione e obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle diverse articolazioni di Stato. Più in dettaglio, «relativamente al comparto degli appalti pubblici elabora progetti operativi, sviluppa analisi tattica e assicura attività e supporto di conoscenze di settore collaborando anche con il Servizio per l’alta sorveglianza delle Grandi Opere, con il Consiglio superiore dei lavori Pubblici e Cassa Depositi e Prestiti. Agisce su richiesta o delega dell’Ispettorato per la funzione Pubblica».

La corruzione, tra l’altro, non è l’unico faro acceso sulla pubblica amministrazione: la Guardia di finanza ha infatti individuato 8.400 persone (dipendenti pubblici o cittadini privati che svolgono una funzione pubblica) responsabili di un danno erariale da 5 miliardi di euro. Il falso in bilancio è una delle strade criminali che più frequentemente portano a inefficienze e sprechi di risorse.

«La corruzione e la criminalità organizzata limitano la capacità di crescita dell’economia – osserva il ministro dell’Economia Giovanni Tria -. Ci troviamo ad affrontare con determinazione queste sfide per favorire il potenziale di crescita in un contesto in cui l’opinione pubblica avverte un bisogno di coesione sociale».

Il comandante generale delle Fiamme gialle, Giorgio Toschi aggiunge: «La rigorosa azione di contrasto alle frodi più gravi e pericolose consente di difendere la capacità competitiva delle imprese sane. Tutelare il bilancio pubblico – ha detto Toschi – vuol dire non solo garantire l’effettivo incasso dei tributi dovuti, ma anche assicurare che le risorse a disposizione vengono impiegate per finalità di interesse collettivo e per favorire politiche di sviluppo economico e sociale oggi necessarie per offrire risposte concrete ai bisogni dei cittadini. ».

E poiché il passaggio dai «furbetti del quartierino» a quelli del «ticket sanitario» è più breve di quanto si possa immaginare, il dossier della Finanza smaschera anche 175 milioni di euro di frodi a carico della spesa pubblica previdenziale e sanitaria.

Monitoraggi mirati hanno infatti consentito di portare alla luce un settore dove si annida un’altissima percentuale di irregolarità, con sacche di irregolarità nel 90% dei casi. Su ogni 10 persone controllate almeno 9 si sarebbero fatte curare gratis, in ospedali pubblici o in altre strutture private convenzionate senza averne diritto.