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Terremoto al Comune, Orlando difende la maggioranza: “Arcuri? Se ha sbagliato lo vado a cercare…”

Terremoto al Comune, Orlando difende la maggioranza: “Arcuri? Se ha sbagliato lo vado a cercare…”

Dopo l’operazione che avrebbe scoperchiato un comitato d’affari all’Edilizia privata, il sindaco blinda il neo-assessore richiamato in Giunta: “Certo della sua trasparenza”. Il rapporto con Li Castri e i piani costruttivi bocciati in Consiglio. Prefettura sospende Lo Cascio e Terrani

Daniele Ditta

29 febbraio 2020 13:45

Bisogna fare una distinzione tra le scelte politiche e amministrative, che sono state giuste e rifarei anche domattina, e gli episodi di corruzione che devono essere colpiti con durezza”. E’ questo l’incipit dell’Orlando-pensiero nella conferenza stampa convocata in fretta e furia dopo l’operazione di guardia di finanza e carabinieri, che ha scoperchiato un comitato d’affari attorno al settore comunale dell’Edilizia privata.

L’inchiesta “Giano Bifronte” – che ha portato all’arresto di 7 persone, tra i quali i consiglieri comunali Giovanni Lo Cascio e Sandro Terrani, nonché i funzionari comunali Mario Li Castri e Giuseppe Monteleone – scuote la maggioranza che sostiene il sindaco Leoluca Orlando. Il quale reagisce annunciando che il Comune si costituirà parte civile qualora si andasse a processo e comunica di aver già dato incarico al segretario generale di avviare i procedimenti disciplinari per i due dipendenti coinvolti. Uno di questi, Li Castri, è stato il “braccio tecnico” di Emilio Arcuri, uno dei fedelissimi di Orlando, richiamato in Giunta dopo l’allargamento da 8 a 11 assessori.

Ecco perché la vicenda tocca da vicino la Giunta. Orlando – che ad Arcuri ha affidato proprio le deleghe all’Edilizia privata, al Sue e al Condono – tira dritto: “Sono certo della trasparenza di Arcuri. In caso contrario la mia reazione sarà doppia: lo vado a cercare a casa…”. Nessun passo indietro rispetto alla nomina in Giunta: “E’ tutto confermato” taglia corto il primo cittadino, che rivendica le scelte fatte dalla sua amministrazione e dal Consiglio comunale sui piani costruttivi in aree industriali dismesse, finiti al centro dell’inchiesta “Giano Bifronte”. Il sindaco ripercorre così l’iter che ha portato alla bocciatura da parte di Sala delle Lapidi della costruzione degli alloggi di edilizia convenzionata in variante urbanistica laddove oggi ci sono i resti di ex fabbriche. Lo fa partendo dalle linee guida al Prg, emanate nel 2013.

“La scelta di questa amministrazione – spiega Orlando – è stata il consumo di suolo zero. I  piani costruttivi sono stati presentati e poi ritirati. Successivamente è intervenuta una legge regionale che ha semplificato le procedure e i proponenti li hanno ripresentati alla luce di una norma regionale di favore. Ebbene, il Consiglio li ha respinti. E lo ha fatto su precisa indicazione della Giunta, che ha previsto per queste aree alloggi popolari dello Iacp in luogo di edilizia convenzionata con cooperative, finanziate con contributi regionali”.

Resta però la questione politica, perché dalle carte prodotte da carabinieri e finanziari emerge il coinvolgimento anche dei consiglieri comunali di maggioranza Lo Cascio e Terrani. “Se hanno sbagliato – dice il sindaco – dovranno pagare. Ognuno risponde delle proprie azioni”. Nessun problema per la sua coalizione, secondo il Professore, perché “il mio partito si chiama Palermo e da quando sono io il sindaco le maggioranza si formano in Aula di volta in volta. Arriverò così alla fine del mio mandato”.

E il burocrate Li Castri, tirato in ballo dal pentito Bisconti come uomo che sarebbe vicino all’amministrazione? “Lo conosco, così come tutti i dirigenti – risponde Orlando – l’ho incontrato sempre e solo negli uffici del Comune. Non sono mai stato a pranzo o a cena con dirigenti comunali. Le nostre scelte politiche confermano che abbiamo sempre contrastato ogni forma di reato”. Insomma, in certo senso, a detta del primo cittadino il sistema Comune si è saputo difendere dai comitati d’affari. Parola che evoca gli anni ’80 e inizio ’90 quando il giovane Leoluca Orlando ha ingaggiato una battaglia coi comitati d’affari retaggio dei governi cittadini targati Vito Ciancimino. Il parallelismo sorge spontaneo, ma per Orlando c’è una sostanziale differenza: “Ieri i comitati d’affari governavano la città. Oggi no, non governano e il sindaco li combatte”. Il presidente del Consiglio comunale Totò Orlando conferma di “non aver avvertito segnali di interferenze. Il ‘no’ di Sala delle Lapidi ai piani costruttivi è stato un provvedimento condiviso con la Giunta”.  

A seguito dei provvedimenti adottati dalla magistratura nei confronti dei consiglieri comunali Lo Cascio e Terrani, la Prefettura ha comunicato al Comune l’avvenuta sospensione ai sensi di legge. Il segretario generale ed il presidente del Consiglio comunale stanno valutando i tempi dei provvedimenti successivi e conseguenti. Le prime dei non eletti sono Milena Gentile, che aveva riportato 1.103 voti nella lista “Democratici e Popolari” e Claudia Rini, 1.090 voti nella lista “Movimento 139”. Il segretario generale, Antonio Le Donne ha chiarito con una nota inviata al presidente Orlando che la surroga dei consiglieri comunali sospesi, ancorché temporanea, non è automatica. Dovrà essere lo stesso Consiglio comunale a determinare la necessità di tale provvedimento con un proprio voto.

 

fonte:http://www.palermotoday.it/