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Strage Chinnici, Scarpinato: ”Vittima di un sistema di potere”

Strage Chinnici, Scarpinato: ”Vittima di un sistema di potere”

29 Luglio 2020

Di AMDuemila

Rocco Chinnici non è stato vittima soltanto della Mafia militare, è stato la vittima di un sistema di potere composto da pezzi importanti della classe dirigente che hanno visto nel suo lavoro un’attività pericolosa e destabilizzante”. E’ quanto ha detto il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, a trentasette anni dall’uccisione del capo dell’Ufficio Istruzione, Rocco Chinnici, in un documento audiovisivo realizzato dalla Fondazione Rocco Chinnici.
Il procuratore generale è anche intervenuto quest’oggi durante la cerimonia di commemorazione per il giudice, ucciso da Cosa nostra il 29 luglio 1983 davanti la propria abitazione in via Pipitone Federico. “Credo che bisognerebbe rileggere la sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta – ha detto – che ha condannato gli assassini di Rocco Chinnici perché lì è raccontata, purtroppo, una storia ancora poco conosciuta ed è la storia di un magistrato che non è stato ucciso soltanto dai soliti Riina o Brusca ma è stato ucciso dai colletti bianchi”. Secondo Scarpinato “la morte di Chinnici arrivò quando si decise di alzare il livello dell’indagine oltre la mafia militare e ci si rese conto che i cugini Salvo erano l’anello di congiunzione fra la mafia militare ed il mondo economico e politico – ha raccontato Scarpinato -. Dal quel momento, come descritto dalla sentenza, ci sono tutta una serie di tentativi di avvicinarlo: attraverso amici di famiglia, attraverso vertici della polizia, attraverso vertici del palazzo di giustizia”. “Chinnici disse a Falcone – ha continuato il procuratore generale – che poi lo riferirà alla magistratura, che pensava come dentro il palazzo di giustizia c’era qualcuno che voleva la sua morte e per questo cominciò a scrivere il suo diario segreto. Ecco, un omicidio maturato nel mondo dei colletti bianchi, commissionato dal mondo dei colletti bianchi, un omicidio di famiglia della borghesia mafiosa che ha governato questo paese. Non possiamo nelle commemorazioni pubbliche continuare a raccontarci una storia di brutti, sporchi e cattivi e di un mondo di persone oneste. C’è stato un mondo grigio che è stato protagonista non soltanto di Chinnici ma anche dello smantellamento del pool antimafia, dell’isolamento dei magistrati antimafia e che ancora oggi continua ad avere un peso in questa società”.
In conclusione, Scarpinato parlando dell’attualità giudiziaria ha spiegato che “se il difficile periodo della magistratura possa far perdere fiducia ai cittadini? Penso che bisogna stare attenti e bisogna evitare di buttare il bambino con l’acqua sporca. Il bambino sono magistrati come Chinnici, Falcone, Borsellino e tanti altri che hanno dato a questo paese un contributo importantissimo non solo di giustizia ma per salvare la democrazia”. “In una corporazione di 9 mila persone, quanti sono i magistrati, ci possono essere anche quelli che non hanno questa statura etica – ha concluso Scarpinato -; ma certamente bisogna che un mondo politico che da tempi ha interessi a mettere la museruola alla magistratura, così come era ai tempi di Chinnici, possa cavalcare la tigre di questo momento per raggiungere un obiettivo che è quello di subordinare la magistratura italiana al potere esecutivo. Ecco, bisogna essere lucidi e capire che cosa bisogna salvare e cosa bisogna cambiare”.

Fonte:http://www.antimafiaduemila.com/