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Spatuzza: Uno 007 a via D’Amelio. Il fratello di Borsellino: Vicini alla verità

Il collaboratore di giustizia ha riconosciuto Lorenzo Narracci in alcune foto e in un confronto all’americana: “E’ il soggetto estraneo a Cosa nostra visto nel garage mentre veniva imbottita di tritolo l’auto”. Intanto il generale del Ros Mario Mori è stato iscritto nel registro degli indagati per concorso esterno in associazione mafiosa

Si arricchisce di un nuovo colpo di scena l’inchiesta dei magistrati nisseni che indagano sulla strage di via D’Amelio del 1992. Davanti agli inquirenti è comparso Gaspare Spatuzza, pentito chiave del processo, che ha riconosciuto l’ex funzionario del Sisde Lorenzo Narracci, come l’uomo che, nella fase di preparazione dell’attentato in cui morirono il giudice Borsellino e cinque agenti di scorta, ebbe contatti con i killer coinvolti nell’organizzazione del piano.

Il collaboratore che, però, non si è detto certo al cento per cento, si è soffermato in particolare sul momento in cui l’ex funzionario in servizio all’Agenzia per la sicurezza interna avrebbe assistito all’allestimento dell’autobomba fatta poi saltare in aria il 19 luglio. Narracci nel luglio di quest’anno era stato iscritto nel registro degli indagati della procura nissena.

La notizia è arrivata proprio nel giorno in cui il generale del Ros Mario Mori è stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Palermo, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Al centro della vicenda vi è l’inchiesta sulla presunta trattativa fra Stato e mafia avvenuta all’indomani della stagione stragista tra il ’92 e il ’93, sulla quale pesano come macigni le dichiarazioni fatte ai magistrati da Massimo Ciancimino, indagato a sua volta insieme all’alto ufficiale dell’Arma.

Mori, attraverso un comunicato diffuso dal suo legale, ha riferito di “non aver ricevuto nulla riguardo la nuova ipotesi di reato”, e manifestato la sua “tranquillità” dichiarando la sua consapevolezza di avere solo e soltanto combattuto la criminalità organizzata, ottenendo sempre lusinghieri risultati e mai venendo a patti con l’organizzazione mafiosa”.

SALVATORE BORSELLINO: FORSE SIAMO VICINI ALLA VERITA’

“Da anni sostengo che mio fratello è stato ucciso perché si è messo di traverso alla trattativa tra la mafia e lo Stato. Forse siamo a un passo dalla verità” ha detto Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso nella strage di via D’Amelio. Borsellino spera che “nessuno intralci quei magistrati eccezionali che stanno stanno togliendo il velo per arrivare alla verità: Antonino Ingroia, Nino Di Matteo e Sergio Lari“.

Ha anche annunciato l’organizzazione, per il 20 novembre, una manifestazione che si terrà in contemporanea in quattro città (Palermo, Roma, Firenze e Milano) “per sostenere proprio questi magistrati”. “Ho grande paura che possa succedere qualcosa – ha spiegato – Il pericolo può arrivare da quelle stesse persone che hanno messo le bombe in via D’Amelio, e non mi riferisco ai mafiosi. Tutto è legato a quell’infame trattativa tra Stato e mafia”.

(Tratto da Virgilio Notizie)